Tempo tre anni e l’era del memristore sarà finalmente aperta. Hewlett-Packard, il colosso tecnologico che per primo ha “scoperto” il quarto stato fondamentale dell’elettronica dando conto della sua esistenza nel 2008 , passa dalle promesse ai fatti e annuncia il nome del partner a cui spetterà la commercializzazione della nuova tecnologia .
HP ha stretto un accordo di collaborazione con il produttore coreano Hynix Semiconductor , accordo che prevede la gestione della proprietà intellettuale della tecnologia – ribattezzata “ReRAM” ovvero Resistive Random Access Memory – saldamente in mano alla multinazionale statunitense, mentre Hynix potrà vendere i nuovi chip ad HP stessa e ad altri clienti.
Nell’annunciare la partnership con Hynix, HP ricorda le qualità che dovrebbero garantire al memristore-ReRAM un futuro roseo nel mondo dell’elettronica digitale: ReRAM è in grado variare la resistenza al variare della corrente elettrica , e di conservare l’ultimo stato all’interruzione del flusso di energia.
Considerando che i memristori possono funzionare sia da transistor per l’immagazzinamento delle informazioni che da switch per operazioni logiche, i vantaggi della tecnologia – maggiore efficienza, durabilità, minor consumo di energia e maggior scalabilità verso il basso – dovrebbero col tempo riverberarsi sia sul mercato delle memorie a stato solido che su quello dei microchip “intelligenti” (CPU e affini).
Al momento la partnership tra HP e Hynix prevede che per il 2013 i chip ReRAM dovranno fornire una capacità di storage di 20 Gigabyte per pollice quadrato, vale a dire più del doppio di quella prevista per le memorie NAND Flash. Non solo lo spazio sarà maggiore, ma anche la durata e l’affidabilità delle memorie a stato solido dovrebbero fare un passo avanti senza precedenti – in laboratorio i memristori hanno sopportato un milione di cicli di lettura/scrittura, un valore 10 volte superiore a quello dei chip flash di maggior qualità oggi disponibili.
Il futuro della ReRAM promette faville, ma non tutti sono concordi nel condividere l’ottimismo di HP: gli analisti dicono che nessuno può garantire l’effettiva commercializzazione dei primi chip a memristore di qui a tre anni, e nonostante le promesse della tecnologia di ReRAM ci sono da considerare le alternative a cui i concorrenti di HP stanno lavorando da anni, incluse le RAM ferorelettriche (FeRAM) e quelle a variazione di fase (PCM). Memristore o meno, insomma, in futuro ci sarà di che divertirsi.
Alfonso Maruccia