Dal 2003 il numero delle persone in Rete è raddoppiato ed entro il 2015 metà della popolazione mondiale sarà connessa . Questa la speranza della International Telecommunication Union (ITU), secondo la quale ancora in troppi starebbero rinunciando ai benefici del Web.
“L’evoluzione del settore ICT è stata impressionante – ha spiegato Sami Al Basheer Al Morshid, direttore del Telecommunication Development Bureau dell’ITU nel corso della World Telecommunication Development Conference che si sta svolgendo in India – ma solo il 26 per cento della popolazione usufruisce dei servizi nati e diffusi in questi ultimi anni”.
L’analisi dell’organizzazione divide il mondo in due: da una parte le nazioni più sviluppate dove però solo il 60 per cento delle abitazioni dispone di un collegamento a Internet e dall’altra le zone più disagiate del Pianeta dove la percentuale si abbassa fino al 12 per cento, di cui solo il 3,5 per cento in banda larga alla fine del 2009.
ITU osserva inoltre come la maggior parte dei contenuti scambiati sulla Rete sia in inglese mentre la maggior parte dei netizen non è anglofona: per questo motivo l’organizzazione ha accolto con favore l’introduzione dei TLDs in caratteri non latini, che potrebbero innescare su base locale produttivi circoli virtuosi.
Una grossa spinta per connettere le aree più disagiate potrebbero darla le reti mobili su cui attualmente poggia gran parte dell’utenza Internet dei paesi in via di sviluppo: “Al momento circa il 90 per cento della popolazione mondiale ha accesso ai network di telefonia cellulare – ha spiegato Hamadoun Tourè, segretario generale dell’ITU – così che anche chi risiede in aree remote ora ha più possibilità di accedere ai nuovi mezzi di informazione”.
Giorgio Pontico