Il 2018 che ci siamo appena lasciati alle spalle verrà ricordato come l’anno del brusco risveglio dal torpore di un sogno tecnologico a cui per lungo tempo ci siamo aggrappati. In molti hanno iniziato a prendere coscienza delle dinamiche spesso poco chiare che regolano il funzionamento degli strumenti social, divenuti quasi senza che ce ne accorgessimo il centro di gravità di gran parte delle nostre interazioni. Altri hanno dovuto loro malgrado fare i conti con le conseguenze di un eccesso d’entusiasmo per l’arrivo di una nuova forma d’economia: chi ha intravisto in blockchain e criptovalute l’opportunità di un facile guadagno rischia di trovarsi faccia a faccia con la volatilità di Bitcoin e simili. Proviamo a immaginare cosa caratterizzerà il 2019 in cui abbiamo appena messo un piede.
5G
Sarà l’anno del 5G. Se fino ad oggi ne abbiamo discusso come di una promessa, fra test e sperimentazioni, ora si è giunti alla prova dei fatti. Assisteremo all’accensione delle antenne che andranno a comporre l’infrastruttura sulla quale costruire una rete di nuova generazione, un terreno fertile per coltivare l’innovazione. L’incremento delle performance sarà tale da rendere riduttivo parlare di un semplice upgrade, divenendo fattore abilitante all’erogazione di servizi che per i limiti dei network odierni non hanno fino ad oggi potuto trovare il loro territorio d’azione nell’universo mobile: da quelli legati alla mobilità all’assistenza sanitaria, dall’analisi dei dati alle forme più avanzate e complesse di comunicazione.
Il 5G sarà però anche inevitabilmente un territorio di scontro. A fare da contrappeso agli entusiasmi vi sono timori legati al funzionamento stesso della tecnologia ed enormi interessi in grado di modificare i rapporti e di spostare gli equilibri tra le potenze mondiali. I primi sono quelli legati alla salute: qualcuno, non lontano dalla Silicon Valley, ha deciso di mettere in standby la posa delle antenne almeno fino a quando non verrà escluso ogni possibile fattore di rischio. Gli altri chiamano in causa quanto accaduto di recente tra USA e Cina: gli Stati Uniti hanno lanciato l’allarme sui pericoli per la sicurezza delle informazioni legati alla realizzazione delle infrastrutture con la partecipazione di player del paese asiatico, mentre da Pechino ogni accusa è stata respinta al mittente.
Privacy
Nel 2018 siamo stati chiamati, volenti o meno, a prendere coscienza del valore dei nostri dati. Ci stiamo (finalmente) rendendo conto di quanto la privacy sia una cosa seria. È accaduto dovendo gestire la definitiva introduzione di una normativa inedita come il GDPR, pensata per rispondere a nuove dinamiche di trattamento e nuove esigenze in termini di protezione. Un impianto legislativo non globale, ma almeno comunitario, certamente perfettibile e di non semplice applicazione come ammette lo stesso Garante.
Ci siamo resi conto di quanto valgano ogni nostra interazione e persino ogni nostro silenzio sui social ai quali oggi molti di noi delegano una cronaca pressoché costante della propria esistenza, del peso attribuibile a un like o a una condivisione, per chi profilandoci e mettendo a disposizione del business di terzi le nostre preferenze, le nostre attitudini e le nostre debolezze è arrivato in poco più di un decennio a costruire un impero estremamente ramificato e profondamente radicato nelle nostre vite. Non fatichiamo a prevedere la centralità del tema nello spettro degli argomenti che ci troveremo a trattare da qui ai prossimi dodici mesi.
Intelligenza artificiale
L’evoluzione degli algoritmi e dei sistemi delegati alla loro auto-istruzione (machine learning) ci porterà a parlare di nuove soluzioni grazie alle quali affrontare alcuni dei problemi che fino ad oggi ci sono sembrati insormontabili. Qualcuno salirà per la prima volta su un veicolo a guida autonoma prendendo così contatto con una nuova forma di mobilità, altri beneficeranno di sistemi in grado di semplificare ulteriormente l’accesso a informazioni e risorse. In ogni caso, si continuerà a lavorare al fine di assottigliare il gap che ancora oggi separa lo sviluppo reale dallo sviluppo percepito di tutto ciò che possiamo ricondurre all’immenso e talvolta poco limpido calderone dell’intelligenza artificiale.
Anche in questo caso, così come per quanto già descritto in precedenza, si parla di tecnologie che presentano tanti potenziali benefici quanti possibili rischi. Gli stessi addetti ai lavori invocano la definizione di policy ben strutturate e di confini oltre i quali non avventurarsi per scongiurare il pericolo che le minacce un tempo rappresentate solo dalla letterattura e dalla cinematografia sci-fi possano un giorno nemmeno troppo lontano arrivare a manifestarsi nella nostra quotidianità.
Elettronica di consumo
Il 2019 sarà l’anno degli smartphone pieghevoli. Lo abbiamo scritto qualche mese fa e lo ribadiamo oggi. Il mercato ha sete di novità, per scrollarsi di dosso un trend che l’ha portato per la prima volta lo scorso anno a far registrare una flessione nel volume delle vendite e delle unità distribuite. Solo il tempo stabilirà se l’introduzione di un nuovo form factor sarà sufficiente a invertire la tendenza o se quella rivoluzione innescata nella seconda parte del decennio scorso è destinata a esaurirsi per lasciare spazio a quella che in gergo viene definita la next big thing, di cui però ancora fatichiamo a intravedere il profilo all’orizzonte.
Anche gli assistenti virtuali sono chiamati a una prova di maturità: li abbiamo conosciuti come entità integrate nei nostri telefoni e portati nelle nostre case sotto forma di smart speaker. È ora il momento di capire quanto siano realmente in grado di mantenere le promesse. Dovranno rivelarsi validi alleati nello svolgimento delle azioni quotidiane, fungendo da semplificatori in modo rispettoso della nostra sfera privata. Dovranno anzitutto smentire chi è pronto a definirli un ennesimo cavallo di Troia ben confezionato e infilato nelle nostre vite.