23andMe licenzia 100 dipendenti: vendite in calo per il kit

23andMe vende meno kit: 100 licenziamenti

Le vendite del kit di 23andMe sono calate: l'azienda, per contenere le spese, ha deciso di licenziare 100 dipendenti ovvero il 14% della forza lavoro.
23andMe vende meno kit: 100 licenziamenti
Le vendite del kit di 23andMe sono calate: l'azienda, per contenere le spese, ha deciso di licenziare 100 dipendenti ovvero il 14% della forza lavoro.

Nell’ultimo periodo le vendite del prodotto commercializzato da 23andMe per l’analisi del DNA sono risultate essere inferiori a quanto previsto. La società statunitense, co-fondata e diretta da Anne Wojcicki (ex moglie di Sergey Brin e sorella di Susan, CEO di YouTube), ha così deciso di tagliare il 14% della propria forza lavoro: a casa 100 dipendenti, colpiti da un round di licenziamenti.

23andMe: vendite calate, round di licenziamenti

Google è stata tra i primi finanziatori dell’iniziativa. Il kit per l’analisi del genoma (il contenuto è quello visibile nell’immagine allegata di seguito) è arrivato nel 2008 anche in Europa. Cinque anni più tardi oltreoceano è finito sotto la lente d’ingrandimento della Food and Drug Administration per questioni legate a licenze e autorizzazioni, con una procedura che ha imposto radicali cambiamenti alla natura dell’offerta.

Il contenuto del kit venduto da 23andMe

I licenziamenti annunciati oggi si concentrano soprattutto sulle unità responsabili di promuovere e far crescere il business di 23andMe. Per l’immediato futuro è prevista una ulteriore ottimizzazione delle risorse per quanto concerne gli investimenti in studi clinici, con la volontà di puntare più sull’offerta legata ai test personali e alle soluzioni terapeutiche.

La stessa Wojcicki non esclude che a innescare una contrazione delle vendite, oltre a un fisiologico calo di interesse nel tempo, siano stati i timori da più parti manifestati in relazione alla privacy e alle modalità di trattamento dei dati: considerando gli ormai quotidiani leak gli utenti stanno (finalmente) acquisendo consapevolezza dei rischi legati a una condivisione non controllata delle informazioni con realtà private di terze parti.

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Pubblicato il
24 gen 2020
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