La “fase 4” sta per cominciare: Microsoft ha annunciato che, in ottemperanza ai dati USA sulla pandemia, è possibile a breve passare ad una nuova fase per un progressivo rientro alla normalità – o quel che ne resta. A partire dal 29 marzo, infatti, un crescente numero di dipendenti potrà rientrare a Redmond, rianimando in parte quegli uffici rimasti pressoché vuoti durante i mesi della pandemia.
Microsoft si riapre: fase 4
Quando un anno fa il mondo cadeva nel lockdown, sebbene gli USA ponessero resistenza a fronte di una narrazione “Trump” impostata sulla necessità di reagire alla pandemia senza chiusure, Redmond svuotava i propri uffici raccomandando il lavoro da remoto affinché potesse essere tutelata la salute dei dipendenti. La strategia fu delineata poco dopo: la fase due imponeva lo smart working, la fase 3 lo raccomandava, la fase 4 è quella di una prima – timida – riapertura. Seguirà la fase 5, presumibilmente nei mesi estivi, per una riapertura con qualche residua restrizione. La fase 6 sarà quella dell’apertura completa.
Attenzione, però: la fase 6 non è un cerchio che si chiude. Il mondo, infatti, nel frattempo è cambiato e la stessa Microsoft ha fortemente investito in quello che sarà un nuovo modo di intendere il lavoro. L’ibridazione tra casa, mobile e lavoro, infatti, ha generato un più evoluto concetto di “smart working” ed in un anno appena si è registrata una fortissima accelerazione negli strumenti disponibili per questo tipo di realtà.
Microsoft ha spiegato come questa fase di progressiva riapertura sarà accompagnata dalla necessaria assistenza fisica, mentale ed emotiva per garantire il benessere dei dipendenti nello shock post-pandemia; si intende inoltre garantire flessibilità ai lavoratori che debbono organizzare i propri tempi tra necessità di casa e necessità lavorative; al contempo, Microsoft non intende venir meno alle restrizioni imposte nei singoli paesi, eccedendo nella cautela al fine di tutelare al massimo la salute dei propri team.
L’ufficio è ibrido
Ma l’orizzonte più importante è quello futuro, perché per Microsoft il dito e la luna vengono a corrispondere: mentre reimmagina il modo migliore per tornare al lavoro, infatti, Redmond deve immaginare anche quali siano gli strumenti e gli equilibri migliori per il concetto di un posto di lavoro ibrido e smart. Occorre fare in modo che dal 2022 in avanti le aziende possano avere team stimolati ed organizzati per tornare a spingere al massimo, immaginando nuovi modi di collaborare, di scambiare informazioni, di accedere ai file e tutto quanto necessario per dar vita a modalità operative che prescindano dalla dislocazione geografica.
Con il nostro modello di ufficio ibrido, offriremo ai dipendenti un eccezionale posto di lavoro, creando migliori collaborazioni e community su oltre 160 mila persone che lavorano in Microsoft, mostrando un esempio di un moderno ufficio ibrido e flessibile.
Microsoft sta dunque sperimentando su sé stessa i propri modelli teorici per il futuro del lavoro, diventando case history principale per dimostrare la bontà delle proprie soluzioni e per sperimentarne le evoluzioni. La “nuova normalità” non sarà davvero “nuova” se andrà ad insabbiarsi su vecchi strumenti e vecchie modalità: solo un cambio culturale in azienda, accompagnato dalla necessaria evoluzione nella strumentazione utilizzata, potrà davvero accompagnare quel flusso di trasformazione digitale che coinvolge tutto e che non può certo lasciar inalterato il mondo del lavoro.