Il 37% della popolazione mondiale non ha mai avuto accesso a Internet: è questa la conclusione a cui giunge una ricerca dell’International Telecommunication Union (ITU) delle Nazioni Unite. La ricerca offre tuttavia uno scorcio ancor più interessante sui dati: la pandemia, i lockdown e tutte le conseguenze collaterali che hanno determinato, hanno portato la popolazione connessa da 4,1 a 4,9 miliardi di persone. Si tratta di una crescita improvvisa ed enorme che lascia a 2,9 miliardi le persone non connesse e fa crescere praticamente del 17% la popolazione online. Il tutto in un solo anno.
4,9 miliardi online, 2,9 miliardi offline
Le conseguenze sono ovviamente molte, in termini di servizi erogabili e di impatto sociale: saranno chiare probabilmente soltanto tra qualche anno. Emerge però fin da subito l’incancrenirsi di problemi già presenti prima e oggi sempre più evidenti: in primis v’è la disuguaglianza nell’accesso che viene vissuta a livello globale a più livelli. La prima forte differenza è tra i Paesi ricchi ed i Paesi più poveri, dove mancano tutti i presupposti per poter attingere ai benefici della rete: manca connettività, manca cultura digitale, mancano device e mancano di conseguenza opportunità. La seconda differenza è tra le zone metropolitane e le periferie, con le prime ben più connesse delle seconde. Differenze sono riscontrate anche tra uomini e donne (62% vs 57%), a riflettere status sociali che in molte parti della terra (in particolare in Africa e paesi arabi) ancora limitano le opportunità in base a discriminazioni di genere.
La fascia di età più connessa è quella tra i 15 ed i 24 anni, una generazione che vede questo aspetto come un vero e proprio diritto e che formatterà il proprio modo di vedere il mondo alla luce di quelli che sono i servizi online, le informazioni online, la socializzazione online. Indietro non si torna. Eppure, sebbene le reti 3G/4G siano potenzialmente ovunque, molti ancora sono tagliati fuori dall’accesso a causa dei costi dello stesso. Lo sforzo dei Big Tech di sviluppare grandi reti internazionali per portare cultura informatica e connettività ovunque (anche con satelliti e altre iniziative) è finalizzato a cogliere questa opportunità: ci sono ancora miliardi di persone da connettere, grandi mercati da avviare, forti margini di crescita. Laddove l’uomo aveva fallito, è servita una pandemia per far guadagnare un ulteriore 10% di quote, ma ora serviranno davvero principi nuovi di uguaglianza e solidarietà per far sì che queste terre possano nutrirsi della linfa vitale del Web.