Ammonta ad 80mila euro la sanzione comminata dall’ Antitrust a 3 Italia in base ad un provvedimento pubblicato sull’ultimo bollettino dell’Authority, che colpisce l’operatore per non aver rispettato le tempistiche previste per la disattivazione dell’ operator lock e dell’ U-SIM lock .
Si tratta di due diverse applicazioni del blocco attuato sul cellulare – distribuito da 3 a prezzo scontato – affinché l’utente rimanga vincolato all’operatore con tale apparecchio. Blocco che decade dopo 18 mesi dall’acquisizione del telefono (come da delibera dell’Authority delle Comunicazioni ), trascorsi i quali l’utente ha diritto a disporre di un cellulare libero e utilizzabile con SIM di altri operatori. Anche prima dei 18 mesi è possibile sbloccare un telefonino, ma a pagamento. L’operatore è stato multato dall’Autorità garante della Concorrenza e del Mercato per aver “rallentato la procedura di rimozione”.
L’Autorità spiega così il motivo del provvedimento, basato sulle segnalazioni dei Consumatori, che hanno mostrato come “la procedura adottata per la rimozione dell’’Operator Lock dai terminali, venduti prima dell’entrata in vigore della delibera Agcom, non avvenga sempre in tempi congrui. La significativa lunghezza dei tempi, evidenziata nelle segnalazioni acquisite agli atti e riconosciuta dal professionista (3 Italia, ndR) nella memoria difensiva, trova conferma dalle evidenze istruttorie emerse durante il procedimento, che hanno dimostrato come lo sblocco dei terminali sia avvenuto, in alcuni casi, a distanza di mesi dalla richiesta del consumatore (come la richiesta pervenuta in data 16 novembre 2007 ed evasa soltanto il 5 febbraio 2008, oppure la richiesta avanzata nel mese di giugno 2007 ed evasa a maggio 2008)”.
“Si ravvisano nella pratica commerciale contestata – ha evidenziato l’Antitrust – ostacoli ed impedimenti posti in atto dal professionista, che hanno rallentato notevolmente i tempi per l’ottenimento dello sblocco richiesto dai consumatori e ritardato la possibilità per essi di migrare verso altri operatori mobili”.
Dario Bonacina