Roma – Correva l’anno 2007 quando, nel mese di luglio, 3 Italia decideva di disattivare numerose USIM prepagate di altrettanti utenti, ritenuti “colpevoli” di non aver effettuato alcuna ricarica del credito prepagato per un anno. Ma c’è chi non ha lasciato correre e, con pazienza, ha ottenuto soddisfazione presso l’ Authority delle Comunicazioni , che ha imposto all’operatore di restituire tutto: numero telefonico e credito residuo (acquistato e autoricaricato).
La procedura seguita dall’operatore secondo una prassi consolidata fu motivata con l’esigenza “di ottimizzare l’utilizzo di una risorsa scarsa e costosa in termini di gestione e infrastrutture quali sono le numerazioni telefoniche mobili, che non possono restare pertanto inutilizzate per un arco temporale eccessivamente lungo”. Contestualmente alla disattivazione delle utenze, però, 3 Italia aveva fatto decadere anche il credito residuo – accumulato tramite meccanismi di autoricarica – vantato dagli stessi utenti.
Un utente non si è però perso d’animo e ha presentato un esposto-denuncia all’Autorità delle Comunicazioni, evidenziando la mancata ricezione di un adeguato preavviso da parte di 3 Italia: l’operatore, ha rimarcato l’utente, non ha ottemperato all’obbligo di segnalare l’incombente disattivazione, lasciandogli un mese di tempo (utile per correre eventualmente ai ripari effettuando una nuova ricarica) con servizi limitati alla sola ricezione.
L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, con una delibera datata luglio, ma pubblicata solo di recente, ha dato ragione all’utente e imposto a 3 Italia la riattivazione dell’utenza con il recupero dell’intero credito residuo vantato dal cliente, con l’obbligo aggiuntivo di mantenere il piano tariffario attivo al momento della disattivazione.
Nel provvedimento si legge che secondo la normativa in vigore “per il gestore si era effettivamente verificata una delle condizioni per procedere alla disattivazione della USIM. La stessa norma, però, prosegue prevedendo un obbligo a carico del gestore che serve a tutelare gli interessi dell’utente (che può avvedersi della disattivazione in cui sta per incorrere), poiché stabilisce che allo scadere dei predetti 12 mesi H3G S.p.A. assicura comunque un ulteriore mese durante il quale la Carta USIM sarà abilitata soltanto alla ricezione dei servizi gratuiti “.
Disattendendo questa disposizione, secondo l’Autorità, 3 Italia ha di fatto sospeso il servizio telefonico senza alcun preavviso. “Ne consegue – si legge ancora nella delibera – che il decorso del termine di 12 mesi dall’ultima operazione di pagamento (ossia l’ultima ricarica effettuata, ndR) non appare sufficiente a giustificare la disattivazione del servizio e del relativo piano tariffario prescelto, né esclude profili di responsabilità del gestore, in quanto, come detto, lo stesso non ha compiutamente adempiuto al disposto di cui all’art. 5 delle Condizioni generali di contratto”.
3 Italia dovrà inoltre corrispondere all’utente “l’importo di Euro 318,00 per mancata fruizione del servizio, calcolato secondo il parametro di Euro 6,00 di indennizzo per ogni giorno di ritardo nella riattivazione”, somma che dovrà essere maggiorata della misura corrispondente all’importo degli interessi legali, più 50 euro per spese di procedura.
Un caso interessante, soprattutto per i clienti che si sono visti disattivare l’utenza e che hanno perso il credito residuo. E che, analogamente al protagonista di questa vicenda, potrebbero far valere i propri diritti presso l’Authority delle Comunicazioni.
Dario Bonacina