Il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso di 3 Italia che voleva un trattamento diverso per quanto riguarda le tariffe di terminazione , il corrispettivo dovuto agli operatori per una chiamata sulla loro rete.
Nel 2009, 3 Italia aveva chiesto che le sue tariffe di terminazione potessero rimanere più elevate rispetto a quelle degli altri gestori per ovviare all’ingresso sul mercato successivo nel tempo . I fatti risalgono alla decisione del 2009 dell’Agcom di imporre a tutti gli operatori la tariffa di terminazione di 9 centesimi a chiamata. A chiedere all’Autorità di prevedere un meccanismo per “abbassare al più presto le tariffe di terminazione mobile di ciascun operatore di rete mobile al livello di costo di un operatore efficiente” era stata la Commissione europea.
H3G, entrato da poco sul mercato, aveva fatto appello a questa sua condizione particolare rispetto agli altri operatori per ricorrere in appello e congelare la sua tariffa a 11 centesimi: a suo favore citava anche le raccomandazioni della Commissione europea dell’11 luglio 2007 e del 7 maggio 2009, con cui Bruxelles ammette asimmetrie nelle tariffe di terminazione per operatori nuovi sul mercato.
Tuttavia il Consiglio di Stato ha ora deciso che 3 Italia non costituisce un nuovo entrante in quanto operante sul mercato da più di quattro anni.
Il principale problema per 3 è che ora tornano in ballo i numeri registrati in questi anni di trattamento diversificato: l’azienda guidata da Vincenzo Novari dovrà restituire ai suoi diretti concorrenti quanto ricevuto in questi anni con la tariffa ora giudicata illegittima . Non vi è ancora una cifra precisa, ma si calcola un totale compreso tra i 40 e i 65 milioni di euro . In ogni caso una fonte vicina all’azienda ha riferito che “l’utile operativo (ebit) rimarrà positivo”.
Casualmente, peraltro, la fine della battaglia legale di 3 Italia segue di pochi giorni la nuova decisione di Agcom in materia: entro il 2014 i quattro maggiori operatori delle telecomunicazioni italiani dovranno ridurre le tariffe di terminazione in maniera progressiva: 4,1 centesimi di euro al minuto nel 2012, 2,6 nel 2013, 1,6 nel 2014 e 0,98 centesimi per il 2015.
Gli operatori dovranno tutti rispettare gli obblighi di accesso e impiego delle risorse di rete, trasparenza, non discriminazione, controllo dei prezzi e contabilità dei costi.
Claudio Tamburrino