Lo stato di emergenza terminerà ufficialmente il 31 marzo 2022. La parola “ufficialmente” è legata al fatto che a confermare questa data è direttamente il premier Mario Draghi, il quale fa dipendere tale decisione dall’andamento dei dati di contagio e di ospedalizzazione, tali da indicare un trend discendente che autorizza la rimozione delle residue restrizioni.
Non sarà un “liberi tutti” immediato, né improvviso, né totale. Ci si arriverà per gradi, ma senza esitazioni: il Governo intende entrare nella fase della riapertura con una roadmap che appare tracciata anche per quanto concernente la gestione del Green Pass.
Stato di emergenza e Green Pass
Queste le parole di Mario Draghi:
Voglio annunciare che è intenzione del governo non prorogare lo stato d’emergenza oltre il 31 marzo. Da allora non sarà più in vigore il sistema delle zone colorate. Le scuole resteranno sempre aperte per tutti: saranno infatti eliminate le quarantene da contatto. Cesserà ovunque l’obbligo delle mascherine all’aperto, e quello delle mascherine FFP2 in classe. Metteremo gradualmente fine all’obbligo di utilizzo del certificato verde rafforzato, a partire dalle attività all’aperto – tra cui fiere, sport, feste e spettacoli. Continueremo a monitorare con attenzione la situazione pandemica, pronti a intervenire in caso di recrudescenze.
Draghi non sembra voler “spegnere” il sistema del Green Pass, ma semmai intende cancellarne l’utilizzo in un numero crescente di contesti. Il Green Pass potrebbe dunque rimanere, come strumento di monitoraggio e tracciamento della campagna vaccinale, pronto ad essere riattivato “in caso di recrudescenze” (soprattutto con l’approssimarsi della stagione fredda a fine 2022). Occorrerà infatti ora capire cosa ne sarà degli obblighi vaccinali e quale sarà la deadline, ma tutto ciò all’interno di una strategia che prende una direzione finalmente differente e di maggior serenità.
Trattasi di dichiarazioni molto importanti, poiché indicano l’inizio della discesa: la corsa in avanti di quanti da tempo chiedono la rimozione di ogni restrizione trova sollievo nell’allentarsi progressivo della cautela. Anche per l’Italia, insomma, è il momento di riaprire dopo due anni di ondate e di inseguimenti, con una campagna vaccinale che ha eretto un argine importante a nuove ondate e con la “quarta dose” che sarà valutata in divenire sulla base di ciò che andrà ad accadere.