La stretta di mano è arrivata, a siglare un accordo tra i consigli d’amministrazione di HP e 3com. 2,7 miliardi di dollari preparati dall’azienda di Palo Alto per acquisire il producer statunitense di infrastrutture di rete. 7,9 dollari per ogni azione, in modo da permettere ad HP di ampliare la propria strategia nel settore dei data center, puntando sulla convergenza di server, networking e servizi. Ma anche potendo garantire sulle prestazioni dell’azienda fondata da Robert Metcalfe, tradizionalmente legate all’implementazione di router e switch.
Con questa acquisizione, HP sembra aver espresso le proprie intenzioni di ampliare le offerte in ambito Ethernet, per andarsi successivamente a rafforzare sul mercato cinese . 3com ha costruito infatti una consistente presenza in Cina: circa la metà dei 1,3 miliardi di dollari di vendite totali del protagonista del networking provengono dal mercato intorno a Pechino. Come ha spiegato Ann Livermore, vicepresidente HP, trecento delle cinquecento aziende più grandi del paese asiatico utilizzano prodotti forniti da 3com, così come il 70 per cento delle agenzie governative.
La mossa di HP – che dovrebbe concludersi nella prima metà del 2010 – ha avuto come palese obiettivo quello di posizionarsi meglio sullo scacchiere del routing market , tentando lo scacco matto nei confronti del leader Cisco Systems. La stessa Livermore ha parlato del mercato relativo al networking come di un giro d’affari per 40 miliardi di dollari, finora dominato dall’azienda di San José perché a suo dire priva di un vero e degno avversario. “Quello che ci siamo persi sinora – ha continuato Livermore – è l’ambito delle infrastrutture di rete nel cuore dei data center. Qui, Cisco è molto forte e HP non è riuscita ad attaccarla”.
D’altra parte, Cisco non aveva esitato a marzo ad entrare nel mercato dei server aziendali con la piattaforma Unified Computing System (UCS), pronta a dar battaglia ad aziende proprio come quella di Palo Alto. HP ha dunque risposto, per giungere direttamente al cuore del data center. “Mettendo insieme le offerte di HP ProCurve con la vasta gamma di soluzioni di 3com – ha spiegato Dave Donatelli, dirigente HP – daremo ai nostri clienti la possibilità di usufruire di infrastrutture di rete di nuova generazione. Network che seguano l’utente in tutti i suoi bisogni, fino al cuore del data center”.
Per 3com, l’acquisizione da parte di HP costituirebbe la via più rapida per fare in modo che i propri prodotti raggiungano ampie zone di mercato. Un modo facile per crescere in fretta, come ha sottolineato il presidente di 3com Ron Sege. Qualcuno, tuttavia, frena gli eccessivi entusiasmi, spiegando ad HP che ci vorranno massicci investimenti in marketing e produzione per poter davvero competere con Cisco nei grandi account legati al data center. “3com darà sicuramente una grande linfa al networking di HP – ha dichiarato Jeffrey Evenson di Bernstein Research – ma ci vorranno almeno due anni per dispiegare questa forza. Si tratta di una sfida sul lungo periodo”.
Tornando a Cisco, non si tratta del primo attore protagonista a venir insidiato nel ruolo da Hewlett Packard. L’acquisizione di 3com è giunta mentre Palo Alto è in piena digestione di un’ altra aquisizione , quella di Electronic Data Systems (EDS) per la cifra più consistente di quasi 14 miliardi di dollari. Con quella mossa, l’azienda statunitense si era assicurata il secondo posto nel mercato dei servizi IT subito dopo Big Blue, andando oltretutto ad insidiare IBM sul suo stesso terreno.
Insomma, pare proprio che HP voglia passare le festività natalizie nella maniera più serena possibile, pensando a come attaccare meglio i suoi competitor e a penetrare il mercato asiatico. I portavoce di Palo Alto hanno recentemente dichiarato di attendersi introiti per 30,8 miliardi di dollari , in previsione dell’ultima trimestrale che dovrebbe far registrare un aumento di 1,14 dollari ad azione. Potrebbe esserci solo una nota stonata in questa generale sensazione d’euforia: sembra che qualcuno abbia spifferato sull’accordo prima dell’annuncio ufficiale, subito dopo la chiusura del mercato.
Mauro Vecchio