Tra coloro che si sono schierati al fianco del personale sanitario impegnato nell’emergenza coronavirus c’è anche la statunitense 3D Systems che mette le proprie competenze e la propria tecnologia al servizio di chi necessita dei dispositivi di protezione individuale e di quelli medici salvavita. Le stampanti 3D sono dunque impiegate per colmare carenze nelle forniture destinate a ospedali e cliniche.
Stampanti 3D e collaborazione contro il coronavirus
Lo sforzo dell’azienda si struttura attraverso il coinvolgimento di partner, clienti e soggetti terzi appartenenti alla comunità dedita alla produzione additiva. Alcuni dei risultati fin qui raggiunti sono quelli raffigurati nelle immagini allegate in questo articolo. In Italia la bresciana Lonati ha utilizzato una stampante 3D ProX SLS 6100 per realizzare oltre un centinaio di valvole Venturi destinate ai respiratori, elemento per il quale si sta registrando una forte carenza in tutto il mondo. Le stesse componenti vengono prodotte oltreoceano negli stabilimenti di Rock Hill (South Carolina) e Lawrenceburg (Tennessee), con finalità del tutto simili.
Ancora, la struttura On Demand di 3D Systems con sede a Pinerolo (TO) sta invece collaborando con Isinnova (BS) per fabbricare 100 valvole destinate a una maschera per la ventilazione di emergenza, partecipando così al progetto di cui si è già parecchio discusso nelle scorse settimane che prevede di adattare le maschere da snorkeling prodotte da Decathlon.
Un’ennesima testimonianza di come innovazione e condivisione delle risorse possano contribuire a far fronte a una situazione di crisi come quella attuale legata al coronavirus.