Roma – Qualcomm colpevole di concorrenza sleale? Ne sono convinte Ericsson , Nokia , Broadcom , Nec , Panasonic Mobile e Texas Instruments , che nei giorni scorsi si sono rivolte alla Commissione Europea denunciando l’azienda americana per quello che a loro avviso è un comportamento anti-concorrenziale.
Secondo l’esposto sottoscritto dall’estemporaneo “collettivo”, Qualcomm avrebbe violato le norme europee sulla concorrenza, operando in modo tale da impedire l’entrata di aziende concorrenti nel mercato tlc, chiedendo il pagamento di royalty troppo onerose per le licenze legate alla propria tecnologia per la telefonia di terza generazione e favorendo le organizzazioni che le si rivolgevano direttamente, senza la mediazione di operatori.
Il tutto in violazione degli accordi internazionali sottoscritti dalla stessa Qualcomm, con cui si era impegnata a concedere in modo “ragionevole e non discriminatorio” le proprie licenze.
La reazione di Qualcomm non si è fatta attendere: l’azienda, documentando il consenso riscontrato dai propri programmi di licenza, reputa che il proprio comportamento sia stato leale e imparziale, e lo dichiara attraverso il proprio CEO Paul E. Jacobs: “Siamo fieri che il nostro programma di licenza abbia consentito a molti nuovi produttori di progettare apparecchi wireless innovativi e di competere nel mercato 3G. Non sorprende che le presunte accuse provengano da produttori arroccati nel 2G che hanno tutto da perdere da una più attiva competizione nel 3G. I suddetti produttori temono per le proprie quote di mercato, minacciate dai questi nuovi arrivati. Abbiamo intenzione di dimostrare apertamente tutto questo”.
Il risultato temporaneo della partita è di 1 – 1. Ma la palla passa ora alla Commissione UE, che deciderà in merito.
DB