Batterie li-ion, il grafene raddoppia la carica

Batterie li-ion, il grafene raddoppia la carica

Samsung presenta una nuova tecnologia per batterie agli ioni di litio potenziate al grafene, un sistema molto promettente sul fronte dell'autonomia dei sempre più famelici gadget mobile
Samsung presenta una nuova tecnologia per batterie agli ioni di litio potenziate al grafene, un sistema molto promettente sul fronte dell'autonomia dei sempre più famelici gadget mobile

Ricercatori di Samsung e delle università sudcoreane lavorano a un nuovo tipo di batterie agli ioni di litio, una tecnologia che grazie al grafene arriva quasi a raddoppiare il livello di carica mantenendo l’affidabilità degli accumulatori odierni. Miglioramenti restano da compiere sul fronte del numero di ricariche che il sistema è in grado di “sopportare”.

In Corea del Sud le batterie al grafene sono già state oggetto di studio , e nel caso di Samsung si parla di impiegare un anodo di silicio “rivestito” in strati nanoscopici di grafene: il silicio possiede notevoli qualità per quanto riguarda l’accumulo della carica elettrica, ma ha il non secondario svantaggio di deformarsi e cambiare dimensione durante un ciclo di scarica e ricarica.

Imbrigliandole in sottili strati di grafene, dicono i ricercatori, le particelle di silicio hanno invece la possibilità di adattare la propria forma senza per questo causare particolari cambiamenti alla batteria nel suo complesso: in questo modo gli accumulatori continuano a fornire una sicurezza e praticità di utilizzo identiche rispetto a quelli attualmente in commercio.

Per quanto riguarda i risultati concreti della ricerca, Samsung sostiene di aver raggiunto una densità energetica quasi doppia (180 per cento) rispetto alle batterie agli ioni di litio tradizionali, un valore che scende al 150 per cento dopo 200 cicli di ricarica.
Significativi miglioramenti restano quindi da raggiungere su quest’ultimo fronte, mentre dei benefici derivanti dall’utilizzo di batteria li-ion con quasi il doppio di durata potrebbero in futuro avvantaggiarsene smartphone, batterie per auto elettriche e via dicendo.

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
29 giu 2015
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