ChatGPT non è un chatbot perfetto, tantomeno le alternative proposte da altre realtà oltre a OpenAI come Bing Chat e Google Bard. Le risposte possono infatti essere errate o, banalmente, l’intelligenza artificiale può incorrere in problemi tecnici che impediscono il corretto funzionamento. In seguito al lancio di GPT-4 gli output sono più completi e realistici; tuttavia, esistono ancora dei problemi da non sottovalutare che, magari, qualcuno nemmeno considera.
Vediamo, pertanto, 5 motivi per cui ChatGPT vi dà le risposte sbagliate.
Mancano informazioni
Chi ha utilizzato il chatbot dell’organizzazione di Sam Altman per molto tempo conosce bene il suo primo limite: l’addestramento con informazioni e dati risalenti a settembre 2021. Dopo tale mese, pertanto, ChatGPT non conosce nulla, è completamente estraneo a ciò che è accaduto in tutto il mondo e su Internet. Per questo motivo, ogni richiesta correlata a fenomeni successivi al 2021 non può essere esaudita dall’intelligenza artificiale.
In realtà è possibile concludere ragionamenti logici fornendo all’IA le informazioni necessarie; tuttavia, esse non resteranno salvate in ChatGPT per sempre. A ogni utilizzo successivo, specialmente con nuove conversazioni, le informazioni d’interesse dovranno essere date nuovamente in pasto al chatbot.
Prompt troppo corti
Una delle ragioni più probabili e comuni riguarda l’efficacia dell’input dato dall’utente. Una richiesta troppo corta e banale può infatti portare a risposte tutt’altro che soddisfacenti o semplicemente incomplete. Al contrario di quanto possiate pensare, però, ChatGPT non è un chatbot che performa meglio con richieste brevi e conversazionali. Con questo modello di linguaggio l’ideale è entrare nei dettagli e fornire suggerimenti positivi, ovvero spiegare quale output si desidera e quali informazioni non servono nella risposta.
In altri termini, bisogna scrivere un prompt più lungo affinché l’IA possa lavorare su di esso e fornire un risultato gradito.
Prompt troppo vaghi
Al contempo, i prompt devono essere più dettagliati possibile. Chiedere “come posso aumentare la produttività?” o “parlami delle ultime tecnologie” porta difatti ad output altrettanto generici, indubbiamente distanti dalla vera volontà dell’interlocutore umano. La soluzione, in questo caso, consiste nell’espandere la richiesta ed esplicitare il contesto specifico desiderato, lasciando il minor numero di informazioni al di fuori del prompt.
Ponendo domande specifiche si otterranno risposte sensibilmente migliori, e più dettagli si inseriscono nella domanda, maggiori saranno quelli offerti nell’output – nella maggior parte dei casi.
Barriera linguistica
ChatGPT può parlare in molte lingue, rispondendo esaustivamente a quesiti in inglese, italiano e non solo. Tuttavia, il meglio di sé lo mostra quando si parla in inglese. Ponendo la medesima domanda nelle due lingue citate, spesso capita che il chatbot interpreti meglio la versione inglese e, dunque, risponda più correttamente o con un numero di dettagli e informazioni più elevato.
Se quindi volete evitare risposte sbagliate o preferite sciogliere ogni vostro dubbio al primo tentativo, ponete ogni domanda a ChatGPT in inglese – se necessario, usando un traduttore.
ChatGPT vuole conversazioni
In quanto IA conversazionale, ChatGPT si rivela sensazionale quando può dare vita a un botta e risposta con gli esseri umani. Una volta inviato il prompt e ricevuta una risposta poco soddisfacente, pertanto, non premete il pulsante “Rigenera risposta”, ma chiedete al chatbot di correggere la risposta con delle domande follow-up. Ad esempio, se ritenete che l’output sia poco dettagliato chiedete maggiori informazioni. O ancora, se preferite una risposta ordinata a punti, domandate all’IA di stilare una lista e ridurre la parte discorsiva.