5 trucchi per scrivere prompt migliori, la guida per principianti

5 trucchi per scrivere prompt migliori, la guida per principianti

Come ottenere il massimo dai sistemi di intelligenza artificiale grazie a questi 5 preziosi consigli per migliorare l'abilità di scrivere prompt.
5 trucchi per scrivere prompt migliori, la guida per principianti
Come ottenere il massimo dai sistemi di intelligenza artificiale grazie a questi 5 preziosi consigli per migliorare l'abilità di scrivere prompt.

Che ci piaccia o no, l’intelligenza artificiale è entrata prepotentemente nelle nostre vite. È praticamente ovunque… sui telefoni, nelle auto e persino sugli elettrodomestici di casa. Ma per molti resta ancora un territorio inesplorato, una specie di magia nera di cui non si conoscono i segreti. Come funziona esattamente l’AI? Cosa si può fare? Ecco qualche dritta per sfruttare al meglio questa tecnologia entusiasmante… usando l’AI stessa!

Partiamo da una premessa fondamentale: l’AI, almeno per ora, non è altro che qualcosa con cui chattiamo. Va bene, questa conversazione può prendere forme diverse e produrre risultati sorprendenti, che si tratti di una ricetta, di un’immagine generata dal testo o di un calcolo sulla fisica quantistica. Ma in fondo, si tratta pur sempre di dialogare con un modello linguistico per chiedergli di fare qualcosa.

5 trucchi per familiarizzare con l’AI e scrivere prompt efficaci

Tenendo a mente questo concetto, ecco come “estrarre” valore da questo strumento così potente e affascinante.

1. Usare l’intelligenza artificiale per fare le richieste giuste

Il modo in cui facciamo lavorare l’AI per noi è attraverso le domande, i famosi “prompt“. L’arte di scrivere prompt efficaci è una skill cruciale. Gli esperti riescono a far fare all’AI cose che noi comuni mortali non immaginiamo nemmeno, semplicemente utilizzando il prompt giusto.

Ma c’è un trucco: si può usare l’AI stessa per ottimizzare i prompt e ottenere risultati migliori! Basta inserire la domanda di base e chiedere di perfezionare il prompt. “Per favore, migliora questo prompt“. Questo tipo di approccio può essere particolarmente utile quando si tratta di generare immagini. E funziona! Spesso, infatti, si fa l’errore di fare una descrizione poco accurata di ciò che si vuole vedere. E quando la richiesta è troppo generica, il risultato è altrettanto vago.

Grazie all’AI la descrizione si può arricchire di particolari a cui magari non si era pensato, come la tavolozza di colori, le sensazioni da trasmettere, uno stile di riferimento, ecc.

Immaginiamo di voler generare un’immagine di un paesaggio autunnale. Un prompt di base potrebbe essere: “Genera un’immagine di un paesaggio autunnale.” Per ottenere un risultato più accurato, si può chiedere al chatbot di migliorare il prompt. L’AI potrebbe aggiungere particolari sulla scelta dei colori caldi, potrebbe includere un sentiero coperto di foglie e un cielo limpido con la luce del tramonto, ecc.

Facciamo un altro esempio. Si vuole scrivere un articolo sulle tendenze tecnologiche del 2025. Anche in questo caso si può chiedere al chatbot di ottimizzare il prompt. L’AI potrebbe consigliare di scrivere un articolo approfondito sulle principali tendenze tecnologiche del 2025, con un focus su intelligenza artificiale, realtà aumentata, 5G, ecc.; con tanto di esempi concreti, statistiche recenti e opinioni di esperti del settore.

2. Utilizzare l’AI per orientarsi

A volte, il problema è proprio non sapere da che parte cominciare per trovare una soluzione. Ed è qui che l’AI può darci una mano. Il prompt in questo caso potrebbe essere qualcosa tipo: “Qual è il modo migliore per trovare una soluzione a [descrivere problema]?“.

Un buon modello di intelligenza artificiale ci fornirà una serie di opzioni tra cui scegliere. I tool AI più avanzati, con la ricerca web abilitata, saranno addirittura in grado di andare a fare una ricerca preliminare per darci un punto di partenza per la nostra missione.

Immaginiamo di avere un problema con la gestione del tempo e che si voglia trovare un metodo efficace per migliorare la produttività. Un prompt efficace potrebbe essere: “Qual è il modo migliore per migliorare la mia gestione del tempo e aumentare la produttività?ChatGPT, Gemini o Claude potrebbero fornire una serie di opzioni. Ad esempio la tecnica del Pomodoro, la matrice di Eisenhower oppure app e programmi come Asana o Todoist per organizzare le attività quotidiane.

I tool AI più avanzati potrebbero anche andare oltre e fare una ricerca preliminare per fornire risorse utili, come articoli che spiegano la tecnica del Pomodoro, video tutorial su come utilizzare la matrice di Eisenhower e recensioni e comparazioni di app di gestione del tempo.

3. Impiegare l’AI come tutor personale

Se si ha tempo a disposizione, uno dei modi più ovvi di usare l’AI è come tutor personale per imparare di più sull’intelligenza artificiale stessa. Si può chiedere all’AI di creare un corso personalizzato, calibrato sul proprio livello di comprensione e conoscenza. E si può iniziare subito, chiedendo al chatbot di essere guidato attraverso i vari contenuti.

Il grande vantaggio di usare una chatbot in questo modo è che si può interrompere la lezione quando si vuole e riprenderla esattamente da dove si è lasciato. Si può persino chiedere all’AI di creare dei quiz per rendere tutto più coinvolgente.

4. Sfruttare l’approccio multimodale dei chatbot AI

Una delle cose più interessanti dei sistemi AI attuali è la possibilità di accedervi in molti modi diversi. Non bisogna per forza digitare i prompt, si può usare anche la voce e arricchire l’input con immagini, file o video. È possibile persino usare l’AI per creare podcast informativi e divertenti allo stesso tempo. Ad esempio,con NotebookLM di Google. Basta accedere al sito, caricare la fonte dell’articolo; riassumere o generare Domande Frequenti; cliccare “Generare”; regolare la velocità di riproduzione e infine, scaricarc o Condividere il podcast. Facilissimo!

Insomma, si può sfruttare la crescente flessibilità multimediale dell’AI per rendere l’esperienza più accessibile, a prescindere dalle proprie competenze tecniche.

5. Utilizzare l’AI come coach

Infine, vale la pena considerare l’AI come un consulente di best practice. Con i prompt giusti, si può impostare il metodo di ricerca ottimale per le proprie esigenze. L’AI può anche tenere aggiornati sui tool e i prodotti più innovativi man mano che arrivano sul mercato. Ad esempio, strumenti come make.com permettono di impostare aggiornamenti automatici periodici. Il bello di questo sistema è che si può istruire l’AI a scovare al posto nostro paper di ricerca, articoli di riviste e altro materiale difficile da trovare.

L’intelligenza artificiale è un mezzo, non un fine

Insomma, l’AI non è una bacchetta magica che risolve tutti i problemi del mondo. Ma può essere un alleato prezioso per affrontarli, a patto di saperla usare con intelligenza… umana! Chiedere all’AI di aiutarci a fare le domande giuste, a trovare soluzioni, ad approfondire le nostre conoscenze: questo è il modo migliore per sfruttarne il potenziale senza esserne sopraffatti. Sta a noi usare questo strumento con saggezza, creatività e spirito critico. E chissà, magari impareremo qualcosa di nuovo su noi stessi, oltre che sulla tecnologia.

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Pubblicato il
5 gen 2025
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