Microsoft sta istruendo le pratiche per almeno 50 denunce che sembrano destinate a portare alla sbarra numerosi shopper online di software contraffatto. Si tratta di un’azione che secondo l’azienda contribuirà a mettere un freno alle aste online illegali. Già, perché Microsoft dopo aver sgominato l’anno scorso una gang specializzata su eBay, si è resa conto che il fenomeno è in continua espansione. Al momento sono sicure 15 denunce presso i tribunali statunitensi; altre 10 in Germania e Olanda. E cinque rispettivamente in Francia e Gran Bretagna.
“È senza dubbio un vigoroso attacco contro i venditori di software contraffatto che sfruttano le piattaforme d’asta. Abbiamo scoperto che questo metodo di commercializzazione pirata è praticamente il più diffuso”, ha commentato Matt Lundy, legale di Microsoft. E infatti non è escluso che alla prima ondata di denunce ne segua una seconda in Argentina, Australia, Belgio, Corea e Polonia.
Microsoft, già da qualche anno, ha rilevato che la pirateria agisce come una scure sul monte introiti. Secondo i dati di Business Software Alliance , l’alleanza dei produttori di software proprietario, più del 30% degli applicativi istallati su PC, nel mondo, sarebbero piratati. Insomma, un mercato illegale che sottrae all’intero segmento miliardi di dollari.
“La pirateria è un problema mondiale. Con questa azione ci proponiamo di colpire le attività imprenditoriali che trafficano con software contraffatto. In passato Microsoft ha adottato la stessa strategia con buoni risultati, e i denunciati hanno cessato le proprie attività illegali”, ha spiegato Lundy.
Nello specifico, Microsoft ha deciso di monitorare le attività di vendita sui siti di aste, come eBay . In base alle rilevazioni, infatti, ogni anno sarebbero più di 50mila i software contraffatti oggetto di compra-vendita. E l’ultima indagine dell’azienda di Redmond ha confermato che i prodotti originali disponibili sono meno del 50%. Insomma, secondo Lundy, è facile incorrere in prodotti pirata “che in alcuni casi dispongono anche di malware, capaci di abbassare il livello di sicurezza dei sistemi”.
L’Italia, per il momento è rimasta fuori dall’offensiva legale. Ma va detto che anche nel nostro paese è comunque attiva presso i negozianti la task-force anti-pirateria voluta dall’azienda, che già mietuto numerose denunce .
Dario d’Elia