500mila dollari , pari a poco meno di 340mila euro , sono il premio che intascherà chi riuscirà a snellire del 15 per cento l’accumulo di persone che forma la fila al check-in in aeroporto.
Si chiama Clear Prize ed è stato annunciato da Clear , azienda di New York specializzata in servizi di “sveltimento” presso gli aeroporti. “Cerchiamo di trasformare un concetto in qualcosa di impiegabile sul campo”, dice il CTO dell’azienda, Jason Slibeck.
Il premio, spiega NewScientistTech , è destinato a qualsiasi individuo, azienda o istituzione che riesca a far attraversare ai clienti i vari stadi dei controlli di sicurezza almeno il 15 per cento più velocemente, ad un costo di meno di 25 centesimi di dollaro a passeggero, utilizzando tecnologie o sistemi approvati dalla Transportation Security Administration (TSA). Graditi i metodi in grado di evitare ai passeggeri la rimozione di abiti, scarpe o altri elementi che rallenterebbero comunque l’operazione.
Slibeck precisa che, nel frattempo, la… fila si è formata altrove: a neanche dieci giorni dal primo annuncio ci sono già 150 tra singoli, aziende, startup , università e altre entità che hanno manifestato esplicitamente vivo interesse. Ben sapendo che, in ogni caso, qualunque cosa ci si inventi dovrà poi essere approvata passando indenne nelle maglie del “tribunale” della TSA, un esame tutt’altro che facile.
Le tecnologie in corsa? Potrebbe guadagnare l’approvazione della TSA lo Skeleton Detector , apparecchio a microonde in grado di sbirciare a fondo nelle… interiora degli umani fino a classificarne, appunto, lo scheletro. Altra tecnologia candidata potrebbe essere la spettrometria e con essa le molteplici idee che le varie aziende interessate cominciano a tirar fuori: “Se c’è qualcosa che disturba le emissioni (del nostro apparato, ndR), lo rileviamo”, dice Gary Tryon di Brijot Imaging Systems , ad ogni disturbo può corrispondere una minaccia.
Dunque, è bene prepararsi: la fila si snellirà ma ci sarà un HAL-9000 duepuntozero che saprà tutto, proprio tutto di coloro che gli passano davanti. Non resta che sperare in accurate misurazioni sui danni da esposizione e altrettanta difesa dei dati che costituiscono quel… tutto.
Marco Valerio Principato