Cosa hanno in comune i dispositivi mobile e le auto elettriche? Le batterie. Non è dunque difficile immaginare perché l’avvento del 5G e una diffusione sempre più capillare dei veicoli sprovvisti di motore a scoppio siano destinati a spingere la richiesta delle materie prime da impiegare per la loro produzione. Fra tutte, si registrerà un’impennata per quanto riguarda il cobalto.
L’era del 5G e delle auto elettriche: cobalto e batterie
A prevederlo è l’istituto di ricerca CRU che ipotizza un raddoppio in un solo lustro: si passerà dalle 100.000-130.000 tonnellate circa di questo 2020 a 200.000-260.000 tonnellate nel 2025. Una parte non indifferente sarà destinata alla realizzazione dei dispositivi mobile: dalle 45.000 tonnellate del 2020 alle 73.000 tonnellate del 2025.
Ciò significa che in circolazione ci saranno più smartphone? Non per forza di cose. Quelli in grado di garantire il pieno supporto alle reti 5G consumeranno però di più, facendo leva anche su un comparto hardware maggiormente energivoro per la gestione di un traffico dati importante e di software evoluti. Al tempo stesso le infrastrutture di rete dovranno essere dotate di imponenti soluzioni di backup per l’alimentazione su cui poggiare in caso di anomalie o blackout, anch’esse sostanzialmente costituite da batterie.
A monte sarà importante garantire la sostenibilità della catena di approvvigionamento. Focalizzando l’attenzione sull’ambito automotive c’è chi si è già mosso su questo fronte e in questa direzione: è il caso di Ford che all’inizio dello scorso anno ha avviato un progetto sperimentale che prevede l’impiego di una blockchain per monitorare e certificare ogni fase del processo.