Sul fatto che l’ingresso nell’era del 5G costituisca un’irrinunciabile opportunità non ci sono dubbi. Il passaggio verso le reti mobile di nuova generazione, in particolare la fase che porta dall’adozione della tecnologia a livello continentale, presenta però diverse sfide: l’Europa ha bisogno di approcciarla in modo unito, coeso, con una visione strategica.
Dombrovskis, la Commissione Europea sul 5G
È quanto affermato oggi a Parigi da Valdis Dombrovskis, vice presidente della Commissione Europea, in occasione di un incontro con il ministro delle finanze francese Bruno Le Maire. Sul tavolo questioni delicate come la definizione di linee guida per la sicurezza dei network che tengano conto delle potenziali minacce poste alla gestione dei dati e l’esigenza di trovare un equilibrio dal punto di vista diplomatico con l’alleato statunitense che ormai da tempo chiede a gran voce di mettere al bando Huawei.
Tra le proposte al vaglio anche quella di fornire supporto, economico e non solo, a realtà europee come Nokia ed Ericsson affinché possano più efficacemente contrastare la leadership del gigante cinese nella fornitura delle componenti da destinare all’installazione delle reti 5G.
Quel che invoca Dombrovskis è l’adozione di un metodo unitario e condiviso, senza lasciare che i singoli paesi o persino i singoli operatori decidano in modo autonomo esclusivamente sulla base di propri criteri, contribuendo così alla definizione di uno scenario frammentato. È però più facile a dirsi che a farsi, considerando anzitutto gli enormi interessi in gioco, senza dimenticare che ritardare ulteriormente nell’accensione dei network potrebbe tradursi sul medio-lungo periodo in un gap tecnologico difficile da colmare se non rincorrendo a posteriori l’innovazione.