Mentre si attende il pronunciamento definitivo di Parigi sulla questione, Orange si porta avanti per quanto concerne il coinvolgimento di Huawei nell’allestimento e nel mantenimento dei network mobile gestiti: il numero uno dell’operatore conferma che nel medio periodo (non è stato specificato un arco temporale più preciso) ridurrà la propria dipendenza dalle tecnologie e dalle apparecchiature fornite dal partner cinese.
Il CEO di Orange su Huawei e network
Questo varrà per l’Europa dove la telco opera oltre che sul territorio transalpino in Belgio, Spagna, Lussemburgo, Romania, Moldavia, Slovacchia e Regno Unito. Diversa invece la prospettiva legata all’Africa dove è presente tra gli altri in Senegal, Botswana, Burkina Faso, Camerun, Repubblica Democratica del Congo, Egitto, Costa d’Avorio, Liberia, Madagascar, Marocco e Tunisia. Di seguito le parole di Stéphane Richard, CEO di Orange (nell’immagine di apertura), raccolte dalla redazione di Reuters in occasione di un confronto con gli analisti di mercato.
In Europa ci sono paesi in cui utilizziamo apparecchiature Huawei, ma il trend di medio termine punta a ridurre la proporzione delle parti di Huawei nei nostri equipaggiamenti di rete. In Africa la questione è molto meno sentita e rilevante rispetto a quanto avviene in Europa.
Tornando a focalizzare l’attenzione sul vecchio continente, in questo periodo alle prese con il rollout del 5G, è doveroso precisare che Orange al momento non impiega infrastrutture o componentistica fornite da Huawei per le reti mobile in Francia, a differenza invece di quanto avviene in Spagna e Polonia, i due suoi altri mercati europei più importanti.