L’attesa per il MWC 2019 è agli sgoccioli. Nei prossimi giorni gli occhi di tutto il mondo saranno puntati sulla fiera di Barcellona non solo per scoprire quali nuovi dispositivi hanno in serbo i protagonisti dell’universo mobile, ma anche per meglio comprendere come si svilupperà il rollout delle reti 5G ormai alle porte. C’è chi però già guarda avanti, oltre. È l’uomo più potente del pianeta (così lo si definiva fino a qualche tempo fa), l’inquilino della Casa Bianca: Donald Trump invoca il 6G per gli Stati Uniti.
Trump e il 6G negli USA
In un momento più che mai delicato per i rapporti che legano gli USA alle altre potenze mondiali e alle sue più importanti aziende, la Cina e Huawei in primis, proprio per ragioni inerenti la fornitura di componenti e apparecchiature per le reti 5G, le parole del magnate americano risultano pressoché incomprensibili. Si tratta di un’iperbole? Una voluta esagerazione? Una prova di forza per manifestare la volontà di non lasciare ad altri paesi la leadership nel territorio hi-tech? L’intervento del Presidente USA, come suo solito, è affidato a un tweet che riportiamo di seguito in forma tradotta.
Voglio la tecnologia 5G, e anche quella 6G, negli Stati Uniti al più presto possibile. Sarà più potente, veloce e intelligente rispetto allo standard attuale. Le aziende americane devono intensificare i loro sforzi o resteranno indietro. Non ci sono ragioni per le quali dovremmo essere in ritardo su…
I want 5G, and even 6G, technology in the United States as soon as possible. It is far more powerful, faster, and smarter than the current standard. American companies must step up their efforts, or get left behind. There is no reason that we should be lagging behind on………
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 21, 2019
Volendo sorvolare sul quantitativo di puntini in chiusura del tweet (ad libitum) come invito a leggere quello successivo, ci chiediamo a quali progetti segreti abbia accesso il tycoon in merito ai network mobile di prossima-prossima generazione. Per completezza riportiamo anche il post condiviso qualche minuto più tardi.
… qualcosa che rappresenta ovviamente il futuro. Voglio che gli Stati Uniti vincano attraverso la competizione, non escludendo le tecnologie attualmente più avanzate. Dobbiamo essere il leader in tutto ciò che facciamo, specialmente quando si tratta dell’entusiasmante mondo della tecnologia!
….something that is so obviously the future. I want the United States to win through competition, not by blocking out currently more advanced technologies. We must always be the leader in everything we do, especially when it comes to the very exciting world of technology!
— Donald J. Trump (@realDonaldTrump) February 21, 2019
L’invito a “non escludere” le tecnologie attuali potrebbe anticipare una presa di posizione più morbida rispetto a quella di cui abbiamo parlato fino ad oggi per quanto concerne il rapporto con i fornitori per il 5G, indipendentemente dal loro paese d’origine.
Quanto manca al 6G?
Dunque, quanto manca al 6G? La domanda è lecita. E anticipando il tweet del Presidente USA l’abbiamo posta qualche tempo fa a una delle realtà statunitensi che più hanno esperienza nello sviluppo di tecnologie e componenti per le reti mobile: Qualcomm. Lo abbiamo chiesto nel corso dell’intervista a Rahul Patel (Senior Vice President and General Manager Connectivity & Networking) in occasione dell’evento Broadband World Forum andato in scena nel mese di ottobre a Berlino. Riportiamo di seguito la risposta.
Le chiedo di guardare al futuro, andando oltre il 5G e formulando una previsione: quando pensa che inizieremo a parlare di 6G oppure di 5.5G o 5G+?
La mia opinione è che serviranno altri 6-7 anni.
Tutto rimandato, dunque, Trump non abbia fretta. E si metta il cuore in pace: con tutta probabilità non si connetterà ai primi network 6G dalla Casa Bianca come inquilino, anche nell’ipotesi di una sua rielezione alle presidenziali del prossimo anno.