San Francisco (USA) – Sono ormai 700mila le registrazioni di domini.com,.net e.org in caratteri cinesi, giapponesi o coreani arrivate a VeriSign dal 10 novembre. Quel giorno, come noto, l’azienda che controlla il principale registro dei domini Internet, Network Solutions, ha lanciato un proprio programma di testing, per verificare la fattibilità della registrazione di domini in caratteri “locali”.
Il “Multilingual Domain Names Testbed” fino a questo momento avrebbe portato alla registrazione di 275mila domini.com,.net o.org in caratteri cinesi, 250mila in caratteri coreani e 200mila in giapponese.
Il programma di “collaudo” va avanti assieme alla Internationalized Domain Name (IDN) che sta sviluppando gli standard necessari e deve ancora superare alcuni problemi tecnici di una certa portata, come la traduzione di quei nomi nei numeri romani che oggi consentono ad un dominio di avere una propria “localizzazione” su Web, i numeri IP.
Sui domini multilinguistici sono aperte ben due dispute internazionali. La prima riguarda l’atteggiamento assunto dal CNNIC, il NIC cinese, che da qualche tempo consente la registrazione di domini in cinese sia nel nome che nell’estensione e rivendica la gestione centrale di questo genere di domini. La seconda relativa invece al richiamo contro i domini multilinguistici da parte della Internet Society che li ritiene importanti ma prematuri, capaci di mettere a rischio la stabilità del Domain Name System, vale a dire il delicato sistema tecnologico che gestisce la localizzazione dei domini online.