Roma – Le denunce degli utenti che si sentono truffati dai dialer che hanno fatto gonfiare le bollette telefoniche, talvolta in modo vertiginoso, continuano ad aumentare e, ora, iniziano ad arrivare i primi provvedimenti delle autorità contro chi ha gestito in modo illegale lo spaccio di dialer.
La Polizia Postale di Napoli, infatti, ha inflitto multe per più di 600mila euro nel complesso a quattro operatori di telefonia ai quali si contesta la diffusione di dialer gonfiabollette, un’attività al di fuori delle prescrizioni di legge che si configura come frode informatica. Sono 16 i verbali di contestazione notificati dalla Polizia Postale a questo primo gruppo di operatori coinvolti.
Intesa Consumatori ha confermato nelle scorse ore dell’apertura di una indagine su questo tipo di frode che è destinata a coinvolgere non solo operatori e forse alcuni provider compiacenti, ma anche taluni webmaster “responsabili delle bollette salate che hanno colpito numerosi utenti”.
Sempre da Intesa arrivano i primi numeri sulle denunce. Fino a questo momento, infatti, si stima che dai siti delle associazioni dei consumatori siano stati scaricati almeno 25mila moduli di denuncia.
Le operazioni di accertamento delle responsabilità richiederanno ancora del tempo, alla luce soprattutto della mole delle denunce pervenute e della vastità che il fenomeno dialer ha assunto in Italia. Comprensibile la soddisfazione espressa in queste ore dalle associazioni del consumo per le operazioni di repressione messe in campo dalle forze dell’ordine che, dunque, potrebbero essere solo all’inizio.
Oltre ai siti dei consumatori, la disponibilità dei moduli per le denunce, consigli per evitare di cadere nella trappola di software gonfiabolletta, indicazioni per ottenere il rimborso e altre informazioni sono a disposizione con la massima evidenza sul sito della Polizia di Stato .