Roma – Una prima trasmissione di 58 secondi è stata compiuta nei giorni scorsi tra due laboratori che si trovano sulle sponde opposte dell’Atlantico e che hanno comunicato a 923 megabit al secondo, trasferendo in meno di un minuto l’equivalente di quattro ore di film su DVD. La distanza coperta, 6.800 miglia, equivale a praticamente un quarto della circonferenza terrestre.
Il significativo esperimento è stato realizzato recentemente dall’Università di Amsterdam in collaborazione con l’istituto di ricerca olandese NIKHES, lo Stanford Linear Accelerator Centre e il California Institute of Technology.
I ricercatori hanno spiegato che aver trasferito con successo a quella velocità la bellezza di 6,7 gigabyte di dati, apre le porte ad una nuova forma di connessione il cui costo non è stellare. Il network che ha permesso questo esperimento, infatti, ha un costo che non supera i 2,2 milioni di dollari, ed è dunque alla portata di corporation e multinazionali interessate a trasformare integralmente le proprie reti di comunicazione.
Un altro effetto importante di un network del genere è naturalmente sulla ricerca. Come ha spiegato Les Cottrell, uno dei ricercatori di Stanford dedicato al progetto, “rende chiaro a tutti che il modo in cui oggi operano gli scienziati e vengono condotte le imprese potrebbe cambiare del tutto. I ricercatori potranno effettivamente collaborare senza dover mai lasciare le proprie abitazioni”.
L’esperimento, condotto nelle scorse settimane, non va confuso comunque con Internet2 , la rete ultraveloce che connette università e centri di ricerca.