È tempo di confidenze per Bill Gates, prossimo al ridimensionamento dei propri impegni nell’azienda che ha fondato oltre 30 anni fa e che ha indiscutibilmente giocato un ruolo fondamentale nel plasmare l’assetto dell’attuale società del’informazione. Si ritirerà, ma non mollerà il proprio ufficio di Redmond, si limiterà ad agire da chiarman senza rinunciare a sporcarsi le mani nelle divisioni opeative.
Abituato ad epifanie olografiche , a palcoscenici sconfinati e a diplomatici scontri strappalacrime , Gates si è intrattenuto piacevolmente in una conversazione informale con un nugolo di giornalisti che lo attorniava dietro le quinte di D: All Things Digital , l’evento organizzato dal Wall Street Journal, quest’anno vetrina dei disegni di Gates su Windows 7 e sulle interfacce tattili .
Dopo gli ironici programmi per la pensione di lusso tracciati al CES nel mese di gennaio, ha confidato qualche dettaglio in più sulla sua vita da chairman diviso fra gli impegni che comporterà la militanza nella Bill & Melinda Gates Foundation . Si avvicina il primo luglio, giorno dell’ abbandono ufficiale , e Gates non sembra farsi spaventare dall’allentarsi della pressione della quotidianità: pantofole e poltrona sono un traguardo ancora lontano, la mente di Bill continuerà a macinare, anche durante i trasbordi scolastici in compagnia dei figli. Il tempo del chairman sarà razionalizzato: l’80 per cento del lavoro verrà concentrato sulla Fondazione, il restante 20 per cento sarà dedicato al colosso che ha guidato per oltre un trentennio.
Le ore che dedicherà a Microsoft non saranno ore improduttive: lavorerà alla prossima generazione di Office , continuerà a fantasticare sulle interfacce naturali , si concentrerà, come preannunciato , sul search . Penserà, scriverà e contribuirà a sviluppare “il miglior search del mondo”.
L’affaire Yahoo? Gates svicola: “scommettere sulle interfacce naturali è stata una mossa più grande di qualsiasi acquisizione”. E se i giornalisti incalzano, sul palco della conferenza, Bill si smarca con destrezza e passa la palla a Ballmer: “Steve vi saprà offrire una risposta più ricca di sfumature”. Ma lo stesso Ballmer si è mostrato criptico: “Stiamo trattando con loro riguardo al altre idee ma non rilanceremo l’offerta”. Si mormora che le idee in questione ruotino proprio intorno al search.
Sono complementari i due boss, si dividono i ruoli, dicono di aver costruito più volte l’azienda della quale sono orgogliosi rappresentanti. E scherzano sui loro rapporti dentro e fuori da Microsoft e sui giochi di potere: “Che succederebbe se Bill ti desse dell’idiota?” provoca la giornalista sul palco. Ballmer ridacchia: “ci sono abituato, succede da 28 anni”.
Gaia Bottà
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