Ci sono voluti 18 anni di simulazioni informatiche ma alla fine alcuni ricercatori canadesi ritengono di essere arrivati al punto e di aver rivelato i “misteri” della Dama, o checkers come dicono loro. Sono scienziati dell’ Università di Alberta che hanno annunciato come il gioco della Dama non possa che dare un risultato: il pareggio, la patta. Sempre che chi gioca, evidentemente, non commetta errori.
Quello che qualunque giocatore ha sempre intuito è ora al centro di una trattazione scientifica presentata da Jonathan Schaeffer e dai suoi colleghi della facoltà di Scienze informatiche dell’Università (nella foto), secondo cui le proprie macchine e il proprio software hanno riprodotto tutte le partite possibili . A suo dire, la Dama offre un massimo di 50 miliardi di miliardi di posizioni, ossia è un milione di volte più complicato di qualsiasi altro gioco “risolto” in precedenza. Il New Scientist specifica come il grosso del lavoro degli studiosi si sia concentrato su ogni possibile finale con meno di 10 pezzi .
E il programma che deriva da questo lavoro, sostiene Schaffer, non si può battere .
Ma perché tutto questo? Perché impiegare 18 anni per demolire il pathos di un gioco così diffuso in tutto il Mondo? Lo spiega lo stesso Schaeffer, le cui opere sono finite su Science , ed è ovvio: perseguire una più alta conoscenza e specializzazione nel settore dell’ intelligenza artificiale , che impegna Schaeffer da decenni.
Va detto che Schaeffer ci aveva già provato con gli scacchi, senza ottenere risultati di rilievo e comunque prima dello “sbarco” di Deep Blue, il monster informatico di IBM che nelle sue varie incarnazioni è anche riuscito a mettere all’angolo i migliori scacchisti. Ora, grazie alla pubblicazione su Science , il lavoro di Schaeffer diventa una “hit” internazionale, sebbene in questi anni, come ricorda lui stesso sulle proprie pagine web , non siano mancati riconoscimenti e premi scientifici.
Online è anche possibile giocare una versione depotenziata del suo programma di checkers che, assicura, potrebbe persino consentire di vincere. C’è anche un video in cui lo scienziato “racconta” la sua esperienza nel costruire il programma di gioco: