Google si muove attivamente per contrastare la pratica delle “national security letter” ( NSL ) spedite dall’FBI, richieste di accesso a informazioni personali che, grazie alle norme del PATRIOT Act propugnato da George Bush dopo l’attacco alle Torri Gemelle, non necessitano del mandato di un giudice.
Le NSL rappresentano uno degli aspetti più controversi del succitato PATRIOT Act, e nelle scorse settimane il giudice federale di San Francisco Susan Ilston ha stabilito la loro incostituzionalità in un caso aperto dalla Electronic Frontier Foundation.
Sarà ora lo stesso giudice Ilston a vagliare la petizione di Google: i documenti del caso per cui Google si sta battendo sono quasi tutti riservati, ma da quelli accessibili al pubblico si evince che Mountain View ha intenzione di confutare la legittimità dell’invio delle NSL senza il rispetto dei diritti costituzionali delle parti.
La nuova iniziativa di Google contro le NSL segue quella di “divulgazione” avviata il mese scorso , un insieme di cifre e dati non particolarmente precisi – dati i limiti sui dati divulgabili imposti dalla legge – ma che hanno rappresentato un primo, importante tentativo di squarciare la cortina di spesso fumo eretta dalle autorità federali sulle investigazioni “antiterrorismo” più indiscriminate.
Alfonso Maruccia