A Google non piace il sangue?

A Google non piace il sangue?

Le foto degli attimi seguenti l'aggressione del premier davanti al Duomo non si trovano su Google Images. BigG smentisce ogni ipotesi di complotto e si giustifica parlando di tempi tecnici e aggiornamenti in corso
Le foto degli attimi seguenti l'aggressione del premier davanti al Duomo non si trovano su Google Images. BigG smentisce ogni ipotesi di complotto e si giustifica parlando di tempi tecnici e aggiornamenti in corso

Negli ultimi giorni gli utenti che hanno utilizzato Google Images per cercare foto relative all’aggressione subita a Milano dal Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sono rimasti delusi: ancora adesso BigG, anche se aiutato con parole chiave precise, non restituisce immagini inerenti all’accaduto .

In un primo momento, viste anche le reazioni di alcuni membri dell’esecutivo, in molti avevano pensato a un atto di censura e che Google ne fosse corresponsabile. Tuttavia, per voce del suo distaccamento italiano, BigG ha rigettato le accuse mossegli: l’assenza delle immagini in oggetto sarebbe motivata dai ritmi di aggiornamento di Google Images, che sembrano assai diversi da quelli degli altri servizi di Mountain View.

Inoltrando le stesse query ai diretti concorrenti di BigG, Bing e Yahoo!, si ha una panoramica di pressoché tutte le immagini che lo scorso lunedì sono state rimbalzate da media italiani e stranieri. La scomparsa di Berlusconi da Google è stata notata anche all’estero e in molti affermano di aver visto le foto che ritraggono il Primo Ministro immediatamente dopo l’aggressione, cliccando le stesse pagine su cui ora campeggia tutt’altro contenuto.

Non è chiara quindi la dinamica che ha portato alla sparizione delle immagini, ma BigG non avrebbe agito da censore come si era pensato inizialmente. Visto il precedente riguardante Michelle Obama, Google non dovrebbe essere in possesso degli strumenti necessari per occultare le immagini alla vista dei netizen: per quelle foto, già visibili invece su Google News, occorrerà semplicemente attendere.

Giorgio Pontico

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Pubblicato il
17 dic 2009
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