Oltreoceano qualcuno ci ha anche scherzato sopra, ma gli annunci fatti dal chipmaker di Santa Clara dimostrano una volta di più quanto stia cambiando anche un pezzo grosso come Intel : sul palco dell’Intel Developer Forum, la più tecnica delle conferenze che l’azienda tiene nel corso dell’anno, il CEO Brian Krzanich non ha praticamente menzionato i processori x86 che hanno fatto per decenni la fortuna del marchio. C’è tanto da dire su indossabili, realtà virtuale/aumentata e makers, senza dimenticare lo storage 3D Xpoint: Intel, in altre parole, non è solo CPU.
L’annuncio più suggestivo è senza dubbio il matrimonio (facilmente pronosticabile, a dirla tutta) tra la tecnologia stereoscopica RealSense e il Project Tango di Google per la mappatura tridimensionale degli oggetti e degli ambienti. L’unione si concretizzerà alla fine dell’anno con il rilascio di un kit per sviluppatori sotto forma di uno smartphone equipaggiato di un gran numero di sensori fotografici sul posteriore, utili per testare le potenzialità del progetto di Mountain View unito all’hardware di Intel.
Nel corso degli ultimi 12 mesi il chipmaker ha fatto diversi annunci relativi alla sua tecnologia RealSense, una fotocamera stereoscopica che è pronta ad equipaggiare computer, smartphone, tablet e molte altre categorie di dispositivi (di ieri l’annuncio Razer su una sorta di webcam): si erano già visti in circolazione alcuni PC e qualche tablet, ma l’idea di racchiudere tutto in uno smartphone sembra cavalcare meglio e in modo più appropriato la tendenza del mondo IT . In ogni caso l’impegno di Intel per allargare il giro non si arresta, e oltre ad Android e Windows presto sarà possibile sfruttare l’hardware RealSense anche su OSX, Linux, all’interno di engine come Unity o Unreal Engine 4 e così via.
Le applicazioni potenziali di questa tecnologia sono molteplici : realtà virtuale, realtà aumentata, sistemi di misurazione tramite una semplice fotografia, ricostruzione di oggetti fisici direttamente in un modello digitale tridimensionale e molto altro ancora. Non è un caso che Intel prema molto su questo tasto: l’azienda e il suo CEO vedono molte opportunità in questo settore e in altri come quello dei makers o dei wearable, settori nei quali a oggi manca un chiaro leader di mercato o in cui comunque Intel pensa di potersi far sentire e avere qualcosa di importante da dire.
I già citati wearable sono uno di questi settori, e sul palco c’è stato anche modo di mostrare alcune anticipazioni del frutto della collaborazione col marchio di moda Fossil : a Natale quest’ultimo metterà in vendita una serie di dispositivi basati su chip Intel, e ovviamente Krzanich ha voluto rimarcare il coinvolgimento della sua azienda in questo sforzo di portare nuova tecnologia in un settore tradizionale come quello degli accessori.
Proseguendo su questa strada, la piattaforma Curie era già stata mostrata in precedenza e ne era stato sottolineato il potenziale, ma ora Intel afferma di pensare di essere in grado di cambiare per sempre ad esempio il campo degli indossabili fitness grazie alla potenza e ai sensori integrati nel suo chip. L’esempio offerto , con una chiara concessione allo spettacolo, è stata la performance di un biker che con la sua BMX ha eseguito qualche trick sul palco, permettendo a Krzanich e ai suoi di analizzare i movimenti (ampiezza, altezza, rotazioni) grazie ai dati registrati da due sensori basati su Curie applicati al telaio.
L’importanza di questo comparto è più evidente se la si mette in relazione con la tanto favoleggiata “Internet of things” : biciclette, moto, monopattini, bracciali e ogni altro dispositivo connesso è un potenziale terminale Intel inside , dunque il chipmaker ha tutto l’interesse a muoversi in anticipo e cercare di portare a bordo il maggior numero di sviluppatori possibili per la propria piattaforma. Anche per questo continua a sfornare software e SDK, in particolare sono stati annunciati Time IQ per la gestione dell’ordine dei task e Identity IQ: quest’ultimo servirà per creare meccanismi di sicurezza che sbloccano un sistema informatico in presenza di un bracciale al polso del proprietario, con risvolti interessanti per l’accesso non solo di un laptop ma anche di edifici privati e pubblici.
Per sottolineare inoltre il proprio interesse per la community dei maker, autentico vivaio per potenziali startup e futuri sviluppatori professionisti, Intel ha anche annunciato l’intenzione di produrre un reality show intitolato “Americàs Greatest Makers”: destinato alla TV tradizionale, metterà in palio 1 milione di dollari per chi parteciperà creando dispositivi indossabili o apparecchi IoT ovviamente basati su hardware Intel.
Sul palco di San Francisco non sono poi mancati altri annunci di sicuro effetto: come quello di un display olografico con feedback aptico , o il rilascio al pubblico della tecnologia che permette al fisico britannico Stephen Hawking di esprimersi in pubblico grazie a una voce sintetica sviluppata per lui dagli Intel Labs.
Tornando a parlare di chip, del business che fino a oggi ha contraddistinto l’opera di Intel sul mercato, si è ottenuto finalmente qualche dettaglio in più su due novità in arrivo: innanzi tutto il chipmaker ha chiarito che le nuove memorie 3D XPoint, ibrido tra SSD e DRAM, saranno vendute sotto il marchio Optane e sono destinate a incarnarsi in dischi ad alte prestazioni e in moduli DIMM da montare negli slot della RAM. Si tratta ovviamente di prodotti che equipaggeranno nuove architetture che Intel si appresta a lanciare sul mercato, ma è probabile che almeno qualcuna di queste periferiche potrà trovare spazio anche negli attuali PC presenti sopra o sotto le scrivanie degli utenti.
Infine, si è parlato di SkyLake: la sesta generazione dei processori Core vedrà, oltre al processo produttivo da 14nm, l’introduzione di una nuova generazione di GPU integrate con prestazioni e dotazioni superiori al passato . L’ottimizzazione generale della piattaforma per consumi e performance è ovviamente fondamentale, con miglioramenti nella velocità di esecuzione di alcune istruzione o l’ introduzione di nuovi meccanismi di risveglio dagli stati di ibernazione, ma è anche sul reparto grafico che Santa Clara sta concentrando i propri sforzi: aumentando il numero di unità di elaborazione e la memoria a loro disposizione, Intel punta a migliorare drasticamente le prestazioni anche per quei laptop come gli ultrabook che spesso debbono fare a meno di un VGA discreta per ridurre ingombri e consumi.
Luca Annunziata