A Londra il più massiccio attacco cracker

A Londra il più massiccio attacco cracker

Secondo Scotland Yard una cosa del genere non s'era mai vista. Un gruppo di cracker è entrato nei file più riservati di 12 grandi aziende, tra cui Visa, e ora chiede 10 milioni di sterline
Secondo Scotland Yard una cosa del genere non s'era mai vista. Un gruppo di cracker è entrato nei file più riservati di 12 grandi aziende, tra cui Visa, e ora chiede 10 milioni di sterline


Web (internet) – Quanto costerebbe a Visa un giorno di fermo dei propri sistemi? Non è una domanda casuale, perché è proprio ciò che potrebbe accadere se la stessa Visa e le altre aziende ricattate da un gruppo di cracker non sborseranno dieci milioni di sterline. I cracker infatti sono entrati in possesso non solo di informazioni sui clienti, ma anche di codici sorgente che consentono un accesso incondizionato ad una serie di sistemi vitali dell’azienda e di altre importanti corporation.

Gli esperti di Scotland Yard, la polizia londinese, hanno già “bollato” l’aggressione e il ricatto di questo gruppo di cracker come il più grave incidente di sicurezza informatica mai registrato.

Ma vediamo i fatti. Stando alla notizia apparsa sul “The Sunday Times”, i cybercops britannici stanno lavorando assieme all’ FBI per cercare di individuare il gruppo di cracker. Intanto Visa ha ammesso che i suoi sistemi sono stati penetrati lo scorso luglio: “hanno avuto accesso in quell’occasione ad alcuni materiali aziendali e abbiamo quindi informato sia Scotland Yard che l’FBI”.

La stessa Visa ha ora spiegato di aver ricevuto la scorsa settimana una lettera di ricatto che chiede dieci milioni di sterline, lettera redatta probabilmente dagli stessi che sono penetrati nei sistemi lo scorso luglio. Nel caso di Visa, pare che i cracker siano in grado di far crollare porzioni importanti del sistema informatico del colosso del credito. E il giornale britannico che per primo ha dato la notizia ha calcolato che se questo avvenisse, anche per un solo giorno, il danno per l’azienda potrebbe avvicinarsi alle decine di milioni di sterline. Intanto l’azienda si affanna a spiegare che: “abbiamo di molto migliorato i nostri sistemi di sicurezza, li abbiamo sigillati e da allora gli hacker non sono più entrati. Abbiamo firewall su firewall ma siamo comunque preoccupati per il fatto che qualcuno, allora, sia davvero riuscito ad entrare”.

La polizia inglese non sta con le mani in mano e, dopo aver controllato il traffico di email tra “ben conosciuti hacker inglesi e scozzesi”, secondo la definizione del giornale britannico, ha individuato James Grant, un 20enne scozzese esperto di informatica, che è stato interrogato e a cui sono stati sequestrati computer e strumenti informatici. Pare che Grant, però, non abbia detto alcunché alla polizia né ai reporter.

Una delle piste seguite dagli investigatori è quella di una connessione tra gli attacchi di questi mesi, a Visa e ad altre aziende e i successivi ricatti, con l’aggressione informatica perpetrata ai danni del sistema della Virgin negli scorsi giorni. Un’altra ipotesi non esclude che i cracker siano stati assunti da aziende concorrenti a caccia di segreti industriali.

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Pubblicato il
18 gen 2000
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