Web – Quanti sono coloro che ricevendo un’email non richiesta che pubblicizza un bene o un servizio, o magari pillole miracolose, decidono di procedere ad un acquisto? Secondo una rilevazione effettuata da Yahoo! su un campione di 37mila utenti in 11 diversi paesi, moltissimi sono coloro che cadono nelle tentazioni predisposte dagli spammer.
Negli USA , ad esempio, sebbene il 78 per cento degli utenti consideri lo spam un grosso fastidio e proceda alla sua cancellazione, ben il 20 per cento ha comprato almeno una volta dagli spammer tutto quello che va da farmaci illegali a strumenti cui si attribuisce la capacità di aumentare la virilità dell’uomo.
Queste cifre consentono di capire perché gli spammer insistono nell’inviare milioni di messaggi ogni giorno nonostante l’aumento dei rischi legali collegati alla loro attività, che spesso sfocia nel brigantaggio telematico . Ma non in tutti i paesi gli spammer hanno vita facile.
Secondo la rilevazione effettuata da I/H/R Research Group per conto di Yahoo!, infatti, in Giappone le cose cambiano. Quasi la metà di coloro che ricevono spam tende infatti a reagire e c’è chi arriva a rispondere agli spammer per protestare (un’attività in realtà sconsigliata dagli esperti perché tende a confermare agli spammer che il proprio indirizzo è attivo e funzionante).
Uno dei dati di maggiore interesse della rilevazione, viste le dimensioni del fenomeno spam, è quello secondo cui quasi tutto il campione ha dichiarato che potrebbe fare a meno della televisione o della radio ma non della posta elettronica. La fine dell’email , preconizzata da alcuni vista la diffusione dello spam, dunque, spaventa moltissimo.
Come reagire? Yahoo!, così come Microsoft e altri player, sta mettendo a punto nuovi strumenti antispam e in molti paesi vengono sviluppate normative specifiche contro gli spammer. C’è anche chi propone di isolare dalla rete i PC degli utenti meno esperti . Ma probabilmente il dato centrale è quello culturale , perché chi compra dagli spammer secondo qualcuno non può essere considerato un consumatore, deve essere considerato un complice.