A scuola di hacking etico

A scuola di hacking etico

Video, tutorial ed esercitazioni a distanza per diventare smanettoni... responsabili. Parte il primo corso in ethical hacking della Scozia
Video, tutorial ed esercitazioni a distanza per diventare smanettoni... responsabili. Parte il primo corso in ethical hacking della Scozia

Chi ancora fa fatica a distinguere un hacker da un cracker potrebbe sobbalzare sulla sedia: in Scozia si intende dar vita ad un nuovo corso dedicato, per crescere smanettoni intrisi non solo di capacità tecniche ma anche di senso di responsabilità. Non si insegnerà a craccare ma ad utilizzare in modo responsabile e informato la tecnologia. Al centro, dunque, l’ ethical hacking , che secondo un istituto scozzese può essere insegnato anche a distanza . Il corso, infatti, è realizzato con una piattaforma di e-learning.

un cartello Ad organizzare l’iniziativa è la International Correspondence School (ICS), una scuola telematica con sede a Glasgow. Le lezioni avranno una durata complessiva di 300 ore e si svolgeranno interamente online, con sessioni in telepresenza e invio di materiali via mail.

L’obiettivo dichiarato è quello di formare gli “ethical hacker” del futuro: professionisti in grado di prevenire e contrastare le varie forme di attacchi criminali portati ai sistemi informativi di aziende ed uffici pubblici. A questo scopo agli studenti sarà data la possibilità di acquisire skill di vario genere, tra cui la conduzione di attacchi denial-of-service, la creazione di virus ed un’introduzione ai trucchi di social engineering spesso impiegati dai cracker.

“Abbiamo grande fiducia in questo corso”, ha spiegato al Guardian la direttrice del Centro, Julie Hepburn: “Gli iscritti avranno la possibilità di scegliere da sé i modi ed i tempi più opportuni per studiare”. Il prezzo del percorso formativo è di circa 2600 euro .

Al di là del titolo appealing , tuttavia, il corso di ICS non rappresenta certo una novità assoluta. Corsi simili sono stati organizzati in passato sia oltreoceano che nella stessa Italia . E anche le università pubbliche sono ormai attrezzate per insegnare sicurezza informatica a giovani di buona volontà.

Giovanni Arata

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Pubblicato il
18 dic 2008
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