L’obiettivo è sempre quello: sconfiggere il digital divide e fornire dispositivi informatici alle classi scolastiche dei paesi più o meno sviluppati. Ma le ricette sono diverse: c’è chi vuol vendere tablet agli studenti, chi terminali web e chi invece elogia le superiori capacità interattive di un PC propriamente detto.
Per i tablet low-cost, in verità, la situazione appare problematica: XO-3, il gadget (ARM) da 100 dollari progettato da OLPC (One Laptop Per Child) come continuazione del suo progetto di informatizzazione degli studenti meno fortunati, è al momento in ritardo sula tabella di marcia.
Nicholas Negroponte (che OLPC ha fortissimamente voluto qualche anno fa) dice che il progetto va avanti e che il tablet è in fase di finalizzazione, tanto più che ora l’organizzazione ha imparato dai suoi errori passati e appalterà la fase di produzione vera e propria ad aziende esterne.
In difficoltà anche il progetto Aakash , il tablet indiano da pochi dollari che nella sua seconda, più performante incarnazione (la CPU ARM passa da 366 Mhz a 800 Mhz) verrà gestito direttamente dall’Indian Institute of Technology-Bombay (IIT-B) e presto (entro luglio) verrà spedito a 100mila studenti e insegnanti della popolosa nazione asiatica.
E mentre Lenovo annuncia la disponibilità (anche in Italia) del portatile ThinkPad X131e “studiato appositamente per gli studenti” (CPU Intel o AMD, grafica HD, USB 3.0, audio Dolby Surround, WiFi e via elencando), Google tiene a far sapere che il suo discusso terminale Chromebook riscuote un certo successo nel settore educativo e viene adottato da 500 distretti scolastici negli USA e in Europa.
Ma se la scelta è tra un dispositivo di “fruizione” come può essere un tablet (iPad) o un terminale web-centrico (Chromebook) e un PC con tanto di tastiera e piene funzionalità interattive di uno strumento informatico evoluto, Bill Gates non ha dubbi: non si possono semplicemente fornire gadget a studenti e professori e attendersi magie, suggerisce il fondatore di Microsoft. A scuola è previsto che si scriva e si comunichi oltre a visionare clippini video e output di “app” su schermi mignon, suggerisce il filantropo Gates, quindi ci vuole un PC con tutti i crismi del caso. Fosse anche “low-cost”, ma serve un PC.
Alfonso Maruccia