Roma – Nel 2000 vinse la gara per l’assegnazione delle frequenze UMTS insieme a TIM , Vodafone , Wind e Andala(poi “evolutasi” in TRE . Si tratta di IPSE 2000, quel “quinto operatore UMTS” italiano controllato dalla spagnola Telefonica che da tempo è in cerca di una via per concludere il proprio percorso in salsa 3G.
IPSE non ha mai avviato l’attività e nei giorni scorsi la controllante ha riferito che sono tuttora in corso le trattative per la vendita delle proprie frequenze. Una soluzione che sbloccherebbe una situazione dopo anni di “congelamento” e che fa seguito all’interesse, manifestato dagli operatori UMTS nazionali, nell’acquisizione delle frequenze medesime.
Ciò significherebbe, per i gestori delle reti mobili, la possibilità di ampliare il proprio raggio d’azione, avvantaggiandosi di sgravi fiscali motivati dalle perdite dichiarate nei bilanci di IPSE, che negli ultimi tempi ha avuto una vita alquanto travagliata
In un incontro svoltosi in occasione del Meeting dell’amicizia a Rimini , Pietro Guindani, AD di Vodafone Italia, ha confermato l’interesse della società a partecipare ad un’eventuale ridistribuzione delle frequenze, che anche l’operatore TRE non disdegnerebbe, avendo dichiarato di aver presentato “l’8 agosto, insieme a tutti gli altri operatori, una manifestazione di interesse per le frequenze di Ipse 2000”.
Creano ulteriore movimento nel mercato UMTS alcuni rumors estivi, che vedrebbero in Siemens un nuovo potenziale “concorrente”: le frequenze le consentirebbero di creare una propria rete, a cui i gestori nazionali potrebbero agganciare servizi di roaming nelle zone non coperte.
Dario Bonacina