Come anticipato all’inizio del mese, il Parlamento europeo ha votato oggi una risoluzione che prevede l’estensione ai contenuti audiovisivi dell’eliminazione del geoblocking. I deputati hanno approvato la modifica del regolamento in vigore dal 2018, ma deve essere valutato attentamente l’impatto sul mercato.
Aggiornare le regole, ma serve una valutazione
La proposta di aggiornare il regolamento sul geoblocking, presentata dall’europarlamentare Karen Melchior (Renew Europe – Danimarca), era stata approvata dalla Commissione per il Mercato Interno il 24 ottobre. La risoluzione, non vincolante, è stata ora approvata con 376 voti a favore, 111 contrari e 107 astenuti. Secondo i deputati, le norme in vigore (relative principalmente ai servizi di e-commerce) non sono pienamente applicate, per cui è necessario eliminare le rimanenti barriere.
Il Parlamento europeo suggerisce almeno due miglioramenti. Uno riguarda la consegna transfrontaliera (non obbligatoria ai sensi del regolamento) dei pacchi. La Commissione e gli Stati membri dovrebbero facilitare l’accesso dei consumatori ai servizi di consegna transfrontaliera e sostenere una riduzione dei costi. Inoltre i metodi di registrazione e pagamento online dovrebbero consentire ai consumatori di “fare acquisti come una persona del posto” (“shop like a local”).
Più complessa invece la modifica del regolamento per includere anche i servizi audiovisivi e gli eventi sportivi in diretta. I deputati chiedono una maggiore disponibilità transfrontaliera dei cataloghi, l’accesso transfrontaliero e la reperibilità degli eventi sportivi attraverso i servizi di streaming.
È stato tuttavia evidenziato che l’eliminazione del geoblocking per i servizi audiovisivi potrebbe causare una significativa perdita di entrate nel settore, minacciare gli investimenti in nuovi contenuti, ridurre la diversità culturale dei contenuti, diminuire i canali di distribuzione e aumentare i prezzi per i consumatori (come ha evidenziato anche la Lega Serie A).
Il Parlamento ha quindi chiesto alla Commissione e agli Stati membri di valutare attentamente tutte le opzioni per ridurre i blocchi geografici ingiusti e discriminatori, considerando il potenziale impatto sui modelli di business esistenti e sul finanziamento delle industrie creative.
La possibilità di estendere le norme ai contenuti audiovisivi era stata esaminata oltre tre anni fa con la prima valutazione del regolamento. La prossima valutazione è prevista entro il 2025, quindi quasi certamente non ci sarà nessuna modifica prima di questa data.