Gli Stati Uniti potrebbero nella propria legislazione, con proposta bipartizan, una norma che impone ai servizi online di liberare i dati degli utenti affinché chiunque possa trasferire un proprio account con libertà e facilità, senza ostruzioni legate ad archivi di contenuti che non si intendono abbandonare. La proposta prende il nome di “ACCESS Act of 2019“, acronimo di “Augmenting Compatibility and Competition by Enabling Service Switching Act of 2019” (vedi il testo).
ACCESS Act of 2019
Quando si “abita” un social network e si producono informazioni e contenuti, tale insieme di elementi deve rimanere a libera disposizione dell’utente affinché il peso dell’archivio non diventi un elemento di inerzia che impedisce il trasferimento degli utenti verso altri servizi e lega l’utente rallentando la competizione. Se un utente nasce su Facebook, ad esempio, deve avere la possibilità di trasferirsi su un altro social network in modo semplice e sicuro, migrando il proprio archivio altrove e potendo così spostare le proprie abitudini senza vincoli legati al proprio passato.
Quello che è il principio del “take out” a cui già vari gruppi hanno aderito sta per diventare legge dello Stato negli USA. Google lanciò a suo tempo il Data Transfer Project partendo dai principi del Data Liberation Front e vi aderirono nomi quali Microsoft, Facebook e Twitter (solo in seguito Apple), ma ora il principio si trasferisce a livello normativo diventando di fatto diritto del cittadino.
Questo passaggio ulteriore è utile a ridurre i residui attriti alla procedura: la legge consiglia API che permettano ai servizi online di dialogare e concordare le modalità di trasferimento, così che all’utente basti un click per spostare tutto il proprio archivio senza pesanti download e upload di mezzo. Diretto e facile, senza ostacoli, affinché l’utente possa scegliere in libertà dove esprimere online la propria identità, le proprie opinioni e la narrazione della propria quotidianità.
I social media hanno enormi benefici. Ma, come possiamo vedere, il dominio di un pugno di piattaforme comporta anche alcuni problemi – inclusa la povertà di opzioni per i consumatori che intendono usare i social media per connettersi agli amici, archiviare le proprie foto o vedere semplicemente video di gatti
Sen. Mark R. Warner
“I dati sono di tua proprietà. Punto“. Questa la chiosa dei proponenti, i quali aggiungono alle proprie argomentazioni anche quelle di Chris Riley (Director of Public Policy della Mozilla Corporation) e di Paul Romer (Premio Nobel per l’Economia).