Lo sciopero degli attori di Hollywood, durato 118 giorni, si è concluso con un “accordo di principio” tra il sindacato degli attori e gli Studios. L’accordo prevede una maggiore remunerazione per gli attori che lavorano in serie e film trasmessi in streaming, un settore che ha rivoluzionato l’industria cinematografica e televisiva.
L’accordo stabilisce anche delle norme per regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale (IA) per clonare la voce e l’immagine degli attori, una pratica che solleva questioni etiche e legali. I dettagli dell’accordo saranno resi noti venerdì.
Hollywood non viveva una crisi del genere dal 1960, quando Ronald Reagan era a capo del sindacato degli attori, prima di diventare Presidente degli Stati Uniti. In totale, la paralisi dell’industria negli ultimi mesi è costata almeno 6 miliardi di dollari, secondo le recenti stime degli economisti.
La recente fine dello sciopero degli attori e degli sceneggiatori di Hollywood ha messo in luce le difficoltà economiche che molti di loro affrontano nell’era dello streaming. A differenza delle star, che possono ancora contare su ingaggi milionari, la maggior parte degli attori e degli sceneggiatori non riesce a vivere dignitosamente del proprio lavoro. Il motivo è che le piattaforme di streaming, come Netflix, producono stagioni più corte e pagano una somma forfettaria per ogni episodio, senza tener conto del successo o della ripetizione del programma.
Questo sistema è molto diverso da quello della televisione tradizionale, dove gli attori e gli sceneggiatori ricevevano una percentuale sugli introiti pubblicitari ogni volta che il programma veniva trasmesso. Lo sciopero ha portato a un accordo che prevede una maggiore remunerazione per i lavori trasmessi in streaming e una maggiore tutela dei diritti degli artisti sull’uso dell’AI.
Migliore remunerazione per gli attori
Dopo mesi di sciopero, gli sceneggiatori di Hollywood hanno finalmente trovato un accordo con gli studios a fine settembre e sono tornati al lavoro. Ma la situazione non si è sbloccata per gli attori, che hanno continuato a negoziare con difficoltà. Solo recentemente, le due parti hanno raggiunto un compromesso su alcuni punti cruciali, come il salario minimo e la remunerazione per lo streaming.
Il salario minimo degli attori aumenterà di circa l’8%, il maggior incremento degli ultimi decenni, anche se inferiore alle richieste iniziali. Per lo streaming, invece, gli attori riceveranno dei bonus in base al successo delle serie o dei film in cui recitano. Queste novità avranno un impatto sull’industria cinematografica e televisiva per i prossimi anni.
Maggior controllo dell’AI
la supervisione dell’AI è stato un altro grande punto critico, soprattutto nella fase finale dei negoziati. Gli attori temevano che gli studios avrebbero utilizzato questa tecnologia per clonare la loro voce e la loro immagine, in modo da poterle riutilizzare in perpetuo senza compenso o consenso. Gli Studios avevano avanzato delle proposte in questo senso, ma il sindacato degli attori ha respinto queste offerte, ritenendole inadeguate a tutelare i diritti e gli interessi degli attori.