Stando a quanto sostiene Acer, Windows 8 non è un successo dirompente mentre ChromeOS ha ottenuto (in proporzione) risultati decisamente migliori. Comunicando i dati di vendita sul territorio statunitense, l’azienda asiatica parla dell’ultimo OS Microsoft come di un cavallo zoppo che ha sin qui fallito la sua missione principale: la rivitalizzazione del mercato dei PC nel suo complesso.
Jim Wong, presidente di Acer, è decisamente soddisfatto di come il mercato USA ha reagito alla commercializzazione del Chromebook C7 : il thin client da 200 dollari che non vive senza Internet rappresenta ora fra il 5 e il 10 per cento dell’intero parco macchine distribuite negli States dall’azienda asiatica.
Senza poter contare sul grande sforzo di marketing che ha promosso l’adozione di Windows 8, dice ancora Wong, il Chromebook (basato su ChromeOS) ha fatto molto meglio di quanto previsto e quel 10 per cento di vendite sopraindicato potrebbe continuare a reggere anche per il futuro.
Windows 8 ha fallito, dice Wong, nel riportare la crescita sostenuta nel mercato dei computer propriamente detti, e questo rappresenta “un modo semplice per stabilire se è stato un successo o meno”. Quindi Windows 8, visto dalla prospettiva di Acer è un insuccesso.
Microsoft, naturalmente, non è d’accordo, e oltre a sbandierare i 60 milioni di licenze Windows 8 (complessive) già vendute se la prende con i produttori: sul mercato c’è troppo poco hardware capace di mettere in risalto le funzionalità “touch” di Windows 8, dicono da Redmond, anche se le macchine con touchscreen già disponibili (e costose) non sono andate esattamente a ruba.
In attesa di conoscere la nuova puntata della telenovela Windows 8, il mercato dei Chromebook pare destinato a espandersi ulteriormente: anche la statunitense Hewlett-Packard si preparerebbe a lanciare un client Internet-dipendente con processore x86 (Intel Celeron 847 da 1,1 GHz), con la sostanziale differenza – rispetto ai concorrenti – di uno schermo LCD-LED HD (1366×768 pixel) da ben 14 pollici.
Alfonso Maruccia