Roma – L’American Civil Liberties Union, la potente associazione che negli States difende i diritti civili, ha protestato formalmente con il Dipartimento del Commercio americano per le nuove estensioni di dominio approvate dall’ICANN, organismo che formalmente ancora “dipende” dal Dipartimento.
La ACLU, insieme ad altri rappresentanti di gruppi che si battono per i diritti civili, ritiene che nel numero e nella tipologia delle nuove estensioni di dominio approvati dall’ICANN si nasconde un tentativo di censurare la libera espressione e le libere attività sulla Rete.
L’associazione se la prende con il modello decisionale adottato dall’ICANN sostenendo, come molti affermano da tempo, che è un modello anti-democratico che viola leggi americane pensate per garantire la partecipazione dei cittadini alle decisioni di interesse pubblico.
Ora la ACLU chiede al Dipartimento di non limitarsi ad una ratifica formale delle decisioni dell’ICANN. “Riteniamo – si legge nella nota formale della ACLU – che sia essenziale considerare la sostanza della decisione dell’ICANN piuttosto che porre un timbro su di esse, e di consentire una consultazione pubblica prima di prendere qualsiasi decisione. Riteniamo che sarebbe arbitrario e superficiale, oltreché una negazione di un procedimento dovuto, fare qualsiasi cosa meno di questo”.
Come si ricorderà, a novembre l’ICANN ha deciso che sarebbero “partite” sette nuove estensioni di dominio:.info,.name,.biz,.pro,.coop,.aero,.museum. Una scelta che ha lasciato insoddisfatti tanti e provocato numerose denunce , alcune delle quali da parte dei proponenti di altre estensioni, come Register.it e DADA per il dominio.pid, bocciato dall’ICANN.
In questa iniziativa la ACLU è supportata da altre importanti organizzazioni, come l’Electronic Privacy Information Center, la Computer Professionals for Social Responsibility, l’Association for Computing Machinery e altre ancora.