Quando mancano ormai solo poco più di un paio di settimane al Natale, molti si apprestano ad acquistare i regali da mettere sotto l’albero affidandosi agli strumenti dello shopping online. Una tendenza acuita quest’anno dalla situazione pandemica che rende più complessi gli spostamenti e di conseguenza il recarsi in negozi o centri commerciali per comprarli. La soglia d’attenzione dev’essere massima.
Shopping natalizio online e raggiri: il rischio c’è
A ribadirlo è la Polizia Postale con un intervento da cui estraiamo un dato utile a capire quanto il pericolo sia reale e concreto: nel corso del 2020 il numero delle segnalazioni e denunce ricevute attraverso il sito commissariatodips.it, sommate a quelle delle persone arrestate e denunciate, ha registrato un incremento pari al 89,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sintomo che l’aumento delle transazioni online è stato accompagnato da un inasprirsi dell’attività criminale connessa al Web.
Diffidare dunque a prezzi troppo bassi oppure da chi chiede di trasmettere credenziali o dati personali per poter accedere a un’offerta particolarmente allettante. Nell’intervento della Polizia Postale un cenno diretto a una truffa perpetrata via Instagram e che prende di mira coloro alla ricerca di abbigliamento a basso prezzo.
L’ultima operazione effettuata dalla Polizia Postale ha messo in luce un complesso modus operandi che vedeva i criminali pubblicizzare la vendita di capi di abbigliamento tramite Instagram, la piattaforma più popolare tra i giovani e giovanissimi. La proposta di capi “alla moda” dal modesto valore commerciale, l’uso di un ambiente social in voga tra i più giovani e l’utilizzo di profili con migliaia di followers hanno facilmente attratto le giovani vittime, inducendole agli acquisti poi rivelatisi truffaldini.
L’invito è ovviamente quello a mantenere alta la soglia di attenzione evitando così di abboccare in raggiri mettendo a repentaglio il proprio portafogli e la propria privacy.
Gli utenti, accuratamente selezionati, venivano contattati su Instagram ed indotti al pagamento mediante ricariche di carte prepagate. Successivamente, i truffatori, con altri profili social, ricontattavano le vittime persuadendole ad effettuare un nuovo pagamento, adducendo giustificazioni pretestuose come spese di dogana o problemi fiscali.