Si tratta di un documento riservato rimbalzato in rete. Un breve resoconto, scritto dal negoziatore europeo Pedro Velasco Martins. Che parla delle ormai note attività segrete di Europa e Stati Uniti in vista del cosiddetto Anti-Counterfeiting Trade Agreement (ACTA), il trattato che dovrebbe rafforzare la lotta globale alla contraffazione.
Un documento evidentemente sfuggito ai suoi responsabili, che parla in maniera sintetica del settimo round di negoziazioni tenutosi a Guadalajara, in Messico, tra il 26 e il 29 dello scorso gennaio. A partecipare, nazioni come l’Australia e il Canada, gli Stati Uniti e il Giappone. E poi, sette paesi membri dell’Unione Europea, tra cui la Germania, la Francia e l’Italia.
Stando al documento trafugato , l’incontro è stato particolarmente lungo, sebbene non siano stati trovati particolari accordi. Alla fine, mancando ulteriore tempo, le dettagliate discussioni su Internet non sono state portate a compimento. Per la precisione, pare non essere stato possibile affrontare la seconda parte del capitolo dedicato alla Rete, riguardo le principali misure tecnologiche di protezione della proprietà intellettuale .
Stati Uniti e Unione Europea hanno cioè dichiarato di voler presentare presto le proprie soluzioni di natura tecnologica, in vista di un territorio comune di cui ACTA avrebbe bisogno. Per superare una situazione critica in cui ogni stato dispone di proprie misure per acciuffare in Rete chi si intrattiene con pirateria e contraffazione.
Un terreno comune andrebbe trovato – stando al documento – anche per quanto riguarda la questione legale, potenzialmente caotica a causa di differenti previsioni da parte di differenti quadri legislativi . L’Unione Europea ha poi proposto una strutturazione più logica della questione dei confini e delle dogane. In Messico, infatti, l’argomento è stato affrontato per la prima volta in più di un anno, in particolare per quanto riguarda il bagaglio personale.
Una delle voci che è circolata con insistenza sugli accordi silenti di ACTA ha riguardato proprio l’ipotetico controllo ai confini nazionali di apparecchiature mobile come gli iPod. Il documento ha reso noto che gli stati coinvolti hanno fatto dei progressi in tema di trasparenza delle loro negoziazioni , pronti a smentire ufficialmente convinzioni dell’opinione pubblica come il controllo dei laptop e l’adozione di misure di disconnessione in stile dottrina Sarkozy .
E gli stati coinvolti sono convinti: ACTA s’ha da fare entro l’anno 2010 . Per questo, bisognerà accelerare l’iter di negoziazione. Alla metà di aprile si terrà così l’ottavo round in Nuova Zelanda, una full immersion di 5 giorni per discutere di misure tecnologiche, frontiere e sanzioni di natura penale. Nemmeno due mesi dopo, a giugno, ci sarà la nona seduta a Ginevra. Per i commenti ufficiali, si dovrà aspettare l’alba della prossima primavera.
Mauro Vecchio