La decisione di chiudere tutti gli account dei ricercatori della New York University è ormai diventata un vero e proprio autogol per Facebook. Dopo le critiche ricevute da Mozilla arriva ora la secca risposta della FTC (Federal Trade Commission) degli Stati Uniti.
FTC: Facebook dice il falso
Facebook ha deciso di interrompere la raccolta dei dati effettuata da alcuni ricercatori della New York University, chiudendo tutti i loro account e bloccando l’accesso alla piattaforma dell’estensione Ad Observer. Secondo l’azienda di Menlo Park, ciò è avvenuto tramite la tecnica dello scraping, quindi senza informare gli utenti e violando i termini del servizio. Nel comunicato ufficiale del 3 agosto viene inoltre specificato che la decisione rispetta l’ordine della FTC.
Il riferimento è all’accordo da 5 miliardi di dollari sottoscritto a luglio 2019 da Facebook in seguito alle accuse di violazione della privacy. Samuel Levine, Direttore del Bureau of Consumer Protection (BCP) della FTC, ha scritto una lettera a Mark Zuckerberg per evidenziare che quanto riportato nel comunicato è falso.
L’obiettivo dell’agenzia governativa è proteggere la privacy delle persone. Proteggere le pratiche pubblicitarie mirate dal controllo esterno è esattamente l’opposto. Facebook aveva tra l’altro promesso la massima trasparenza, fornendo informazioni immediate al BCP. Invece non è arrivata nessuna comunicazione in merito al blocco di una ricerca accademica, per il quale l’accordo con la FTC è stato utilizzato come giustificazione.
Levine sottolinea che quell’accordo prevede anche alcune eccezioni nel caso di ricerche effettuate per interesse pubblico.
Sebbene non sia nostro compito risolvere le controversie individuali tra Facebook e terze parti, speriamo che l’azienda non invochi la privacy – tanto meno l’ordine della FTC – come pretesto per conseguire altri obiettivi.