Ad ognuno il suo Google, ricavi compresi

Ad ognuno il suo Google, ricavi compresi

Un nuovo servizio di BigG consente la realizzazione di un search engine personalizzato su esigenze specifiche. Senza dimenticare la partecipazione ai profitti provenienti dai banner contestuali
Un nuovo servizio di BigG consente la realizzazione di un search engine personalizzato su esigenze specifiche. Senza dimenticare la partecipazione ai profitti provenienti dai banner contestuali

Mountain View – L’instancabile fucina di casa Google ha prodotto l’ennesima novità: dopo l’inizio delle sperimentazioni sul Google che verrà , il primo passo verso Google Office e le altre iniziative che lo hanno visto protagonista di recente, il colosso dei motori di ricerca e della conoscenza interconnessa dell’evo telematico ha appena lanciato Google Custom Search Engine (CSE), grazie al quale sarà possibile realizzare una serie di varianti virtualmente infinite del motore di ricerca personalizzate secondo le proprie esigenze.

Marissa Mayer, Vice Presidente della divisione prodotti di ricerca, commenta a riguardo della nuova creatura: “È davvero un modo per creare la vostra versione personale di Google Search, che fa ricerche solo sui contenuti che vi interessano o in cui siete esperti”. “È possibile creare una versione ridotta del motore di ricerca di Google che si limita a scandagliare soltanto gli URL e i siti web specificati dall’utente”.

Google CSE è il risultato del perfezionamento della piattaforma Google Co-op , servizio lanciato nel maggio scorso grazie al quale è possibile sfruttare una serie di etichette e categorie per visualizzare informazioni ed elementi aggiuntivi sul proprio sito nei risultati di ricerca.

Google CSE , oltre ad essere un prodotto molto più raffinato , risulta anche più semplice e immediato nella realizzazione dei search engine personalizzati: se Google Co-op richiedeva una certa familiarità con il codice XML per essere sfruttato a dovere, il nuovo servizio può essere impiegato da chiunque abbia una minima familiarità con le procedure di installazione dei programmi in ambiente Windows. Per costruire l’engine personale basta specificare un nome, una descrizione, le keyword da impiegare per perfezionare la ricerca e gli URL dei siti web da includere nella lista dei risultati.

Il succo del servizio è davvero tutto qui: successivamente alla creazione di un motore personalizzato sarà poi possibile specificare ulteriori parametri di funzionamento, oltre a poter visualizzare il codice da includere nel proprio sito web per sfruttare l’engine. Unico requisito richiesto è un account registrato su Google.

Un altro aspetto notevole dell’iniziativa è la possibilità che BigG offre di trarre profitto dall’integrazione di un Google engine personale : per i siti che partecipano al programma di advertising AdSense , costituiranno fonte di guadagno ulteriore i click sui banner pubblicitari presenti accanto ai risultati della ricerca personalizzata.

Per i siti governativi, gli istituti educativi e le associazioni non profit è altresì prevista la possibilità di creare motori completamente privi di pubblicità . In questo caso, Google pare rimetterci i soldi, ma in realtà tutto gioca sempre a favore di BigG: aziende IT come Rollyo.com o Eurekster.com , che già offrono un servizio simile, dovranno ora fronteggiare la concorrenza di un avversario dal peso non indifferente.

Diversi siti coinvolti nel periodo di testing di Google CSE hanno già avuto la possibilità di creare i propri Google esclusivi: portali come JumpUp.com , che offre servizi finanziari per le piccole imprese, RealClimate.org , che si pone l’obiettivo di presentare dati scientifici credibili e senza alcun condizionamento ideologico sui cambiamenti climatici del pianeta e Macworld.com , e-zine dedicata al mondo Apple, hanno affidato le proprie funzionalità di ricerca a Google Custom Search.

Un’altra caratteristica importante del servizio è la possibilità, per i creatori dei motori Google personalizzati, di concedere ad utenti fidati la possibilità di includere nuovi siti nell’indice del motore, per migliorare ancora di più (almeno in teoria) l’utilità della ricerca per tutti.

Proprio il contributo che può venire dalla community , sostengono gli analisti di mercato, può garantire a Google quella marcia in più in grado di raffinare ulteriormente le capacità di ricerca e rafforzare ancora il vantaggio di mercato. “Penso che Google imparerà molto da questa iniziativa”, sostiene Greg Sterling, fondatore e ricercatore della Sterling Market Intelligence .

Alfonso Maruccia

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Pubblicato il
25 ott 2006
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