Adblock Plus consente ai cittadini della Rete di risparmiarsi l’invasività della pubblicità che sostiene le attività di miriadi di siti web, e invita siti web e operatori dell’advertising a ripiegare su pubblicità meno sgradita agli utenti, capace di passare indenne attraverso i filtri che calano con l’installazione dell’estensione per browser. Il modello di business di Adblock Plus è stato giudicato legale dalla giustizia tedesca: gli editori privati dei loro spazi pubblicitari parlavano invece di estorsione.
Il caso, analogo a numerosi altri contenziosi aperti nel corso degli anni, era stato sollevato nei mesi scorsi da Zeit Online e Handelsblatt , editori di siti quali Zeit.de , Handelsblatt.com e Wiwo.de : si erano scagliati contro Eyeo, sviluppatore tedesco del popolarissimo adblocker, denunciando come l’azienda mettesse in pratica dei meccanismi illeciti, costringendo i gestori dei siti a pagare per continuare a mostrare l’advertising agli utenti dell’estensione.
Oggetto del contendere, la whitelist che comprende quelli che vengono definiti acceptable ads , già al centro di polemiche ricorrenti. L’inclusione, a patto di disseminare della pubblicità poco invasiva, si rivela gratuita per blog e siti piccoli e medi, vale a dire il 90 per cento di coloro che compongono la whitelist, ma prevede un contributo da parte dei soggetti più importanti dell’industria dell’advertising, come Google, Microsoft e Amazon, che da tempo hanno abbracciato il meccanismo: la gestione della whitelist di banner selezionati, spiega Eyeo, “necessita di sforzi significativi che non possono essere affidati a soli volontari”. Eyeo presenta l’iniziativa Acceptable Ads come un impegno collaborativo in vista di una Rete migliore, di un maggiore rispetto per i consumatori e di una maggiore efficacia per i comunicati degli inserzionisti, gli editori tedeschi hanno parlato di “rapina” e di “estorsione”.
Il tribunale di Amburgo presso cui il caso è stato discusso ha riconosciuto ad AdBlock Plus il diritto di operare, a dispetto di quanto richiesto dagli editori: nella sentenza, le cui motivazioni devono ancora essere depositate, si fa riferimento al fatto che gli editori non siano necessariamente vincolati al modello dell’advertising, e si osserva che le libertà dell’utente sono preminenti rispetto a quelle degli editori, tanto più che l’estensione può essere tarata sulle esigenze di ciascuno, escludendo in pochi clic i siti di cui si intende accettare la pubblicità.
Eyeo ha accolto con favore la decisione tedesca e auspica che possa agire da precedente nel dibattimento dei casi ancora aperti . E possa “incoraggiare editori, inserzionisti e creatori di contenuti a lavorare a fianco di Adblock Plus invece che contro”, con l’obiettivo di sviluppare insieme “nuove forme di advertising non intrusivo che siano davvero utili e benvenute dagli utenti”.
Gaia Bottà