Adblock Plus, il servizio che da anni consente agli utenti della Rete di risparmiarsi la pubblicità che sostiene le attività di miriadi di siti web, ha annunciato che assumerà una nuova forma: un browser per sistemi operativi mobile che farà ancora una volta della sua crociata contro l’advertising più invasivo il proprio punto di forza.
L’app è disponibile al momento nella versione Beta per Android, e con l’avviso coming soon per gli utenti iOS: si tratta in pratica di una versione ad hoc di Firefox per Android che integra i filtri di Adblock Plus: promette dunque risparmi di batteria e protezione contro il malvertising, ma soprattutto il controllo sulla pubblicità che si sceglie di visualizzare o meno.
Per ora agisce solo sull’advertising veicolato da connessioni HTTP , e anche per questo gli sviluppatori confermano che ci ancora tanto da fare e che i problemi da risolvere sono ancora diversi: tuttavia l’idea di un browser è particolarmente importante per la possibilità di integrare direttamente al suo interno i propri servizi, in un’esperienza di navigazione unica , superando i blocchi che al momento incontra per offrire il suo servizio da mobile.
La tolleranza dei servizi di filtro dall’advertising non è d’altra parte scontata: solo per fare un esempio all’inizio del 2013 Google ha eliminato dal suo store Play per le app quelle pensate per rimuovere la pubblicità dal Web o dalle altre applicazioni.
Il dibattito a riguardo ha investito anche la sfera legale e Ablock Plus è stato oggetto di una causa depositata davanti ad una Corte tedesca: il mese scorso in quella sede i giudici hanno stabilito la piena legittimità del servizio Adblock Plus e dei suoi filtri che dà la possibilità ai siti web e operatori dell’advertising di ripiegare su pubblicità meno sgradita agli utenti, capace di passare indenne attraverso i filtri che calano con l’installazione dell’estensione per browser.
Da ultimo , poi, alcuni operatori mobile europei hanno minacciato di dotarsi di strumenti per bloccare la visualizzazione dell’advertising sui propri dispositivi: un’opzione che potrebbe essere oggetto di un’offerta ad hoc o – addirittura – causa di una vera e propria rivoluzione del settore e che ha riaperto il dibattito sulla legittimità o meno di un modello di business che esplicitamente sfida il modello di business della pubblicità.
Claudio Tamburrino