Da maggio 2018 è possibile utilizzare il nuovo formato Android App Bundle (AAB) per le applicazioni e i giochi distribuiti tramite Google Play Store. L’azienda di Mountain View ha comunicato agli sviluppatori che AAB diventerà il formato obbligatorio a partire da agosto per le nuove app. Addio quindi al famoso formato APK usato fin dalla nascita del sistema operativo.
Addio APK, benvenuto AAB
I pacchetti APK devono includere il codice dell’app e tutte le risorse necessarie (ad esempio, immagini e suoni), alcune delle quali hanno diverse versioni per diversi dispositivi. La dimensione può crescere in maniera eccessiva e quindi rallentare download e installazione. Una possibile soluzione è spostare le risorse nei file OBB, ma questi file non sono firmati e vengono memorizzati nello storage esterno delle app.
Gli Android App Bundle (AAB) sono invece pacchetti ottimizzati per determinati dispositivi, quindi hanno dimensioni fino al 15% inferiore. Eventuali funzionalità aggiuntive vengono installate “on demand” tramite Play Feature Delivery. Per le app più grandi di 150 MB, come i giochi, viene utilizzata la funzionalità Play Asset Delivery per scaricare le risorse associate (in pratica sostituiscono i file OBB).
Il formato AAB sarà dunque obbligatorio per le nuove app dal mese di agosto. Per quelle già sul Play Store non cambierà nulla. Lo sviluppatore può ancora utilizzare app store di terze parti, ma solo creando un pacchetto APK. Il formato AAB è disponibile solo sul Play Store. L’obiettivo di Google è ovviamente garantire la sicurezza del suo “negozio digitale”.