L’identità digitale diventa da oggi un requisito obbligatorio per l’accesso ai servizi online offerti dall’Agenzia delle Entrate, dall’INPS e da altre amministrazioni pubbliche. Le vecchie credenziali vanno dunque in pensione (con alcune eccezioni). I cittadini devono ora utilizzare tre metodi di autenticazione alternativi: SPID, CIE o CNS.
Solo identità digitale per i servizi online
Il passaggio all’identità digitale è avvenuto con il decreto “Semplificazione e innovazione digitale”, successivamente convertito nella legge n. 120 dell’11 settembre 2020. La semplificazione consiste nell’offrire ai cittadini la stessa modalità di accesso ai servizi online della Pubblica Amministrazione. Finora era necessario conservare diverse credenziali per ogni servizio, ad esempio codice fiscale/nome utente, password e PIN per Fisconline/Entratel dell’Agenzia delle Entrate, codice fiscale e PIN per INPS, nome utente e password per INAIL.
A partire da oggi, l’accesso è consentito solo con SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi). Sono al momento esonerati i comuni con meno di 5.000 abitanti (fino al 31 dicembre), liberi professionisti e imprese (un decreto stabilirà le regole per queste categorie di utenti).
Per i cittadini senza CIE o CNS è preferibile richiedere lo SPID attraverso uno degli identity provider riconosciuti dall’Agenzia per l’Italia Digitale (AgID). Come alternativa si può usare la CIE tramite l’app CieID per Android e iOS (se lo smartphone integra un chip NFC) o apposito lettore. La soluzione più “scomoda” è la CNS, in quanto occorre obbligatoriamente un lettore da collegare al computer.
In tutti i casi è necessaria una certa dimestichezza con gli strumenti informatici. L’INPS accetta la delega dell’identità digitale per determinate categorie di cittadini.