Adiconsum ha inviato una lettera di denuncia all’Antitrust e all’Autorità garante per le Comunicazioni chiedendo un’indagine sulle applicazioni mobile che affermano di poter prevedere le scosse di terremoto.
Mentre l’Emilia continua a tremare, alla paura delle scosse si aggiunge quella degli sciacalli: quelli che scavano nelle macerie o entrano nelle case ancora in piedi alla ricerca di beni di valore, così come quelli che sfruttano le debolezze delle persone e il terrore di nuovi terremoti per raggirarle. Tra questi, ritiene Pietro Giornado di Adiconsum, ci sarebbero anche “le app sui terremoti”, tutti quei servizi per smartphone che dichiarano di essere in grado di prevedere i terremoti. “Previsioni – spiega Adiconsum – che neanche l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’unico accreditato a parlare in merito, è in grado di dare, data l’imprevedibile e intrinseca natura dei sismi stessi”.
Tra le app più scaricate , arrivata ad essere tra le top 25 a pagamento per numero di download su App Store, “Allarme terremoto”, opera di una società collegata a Samuele Landi, imprenditore già noto per le vicende di Eutelia e ora localizzato a Dubai.
La sua app venduta per 1,59 euro, pur specificando che “nessuno può prevedere un terremoto”, promette “un allarme alle prime scosse di terremoto, in anticipo rispetto alle scosse distruttive che potrebbero raggiungere la tua area”. Un servizio che sarebbe in grado di fornire sfruttando la tecnologia del giroscopio di iPhone e la capacità di registrare movimenti altrimenti difficilmente percepibili dalle persone.
Tuttavia gli utenti nei commenti ne criticano l’utilità: deve essere accesa per dare il suo allarme e spesso questo è casuale, legato a movimenti diversi da quelli sismici.
Claudio Tamburrino