L’accesso a Internet in mobilità in Italia è una giungla fatta di chiavette e inesorabili countdown, che non ne facilitano la fruizione da parte degli utenti. Così si articola l’appello presentato da Adiconsum agli operatori del settore per fare maggiore chiarezza sui servizi realmente erogati : che in molti casi non sarebbero gli stessi promessi dagli spot pubblicitari.
Adiconsum evidenzia il “non utilizzo” dei servizi di Rete per il quale gli operatori pretendono comunque di essere pagati: “Mentre si legge una pagina, si guardano foto o si visiona la propria posta – viene spiegato – il tempo corre, ma non c’è connessione.”
Oltre alla poca trasparenza imputata agli operatori , Adiconsum non risparmia critiche per Agcom: l’ente che regola il settore è accusato di “essere lentissimo nella sua azione, lasciando piena libertà alle aziende”. A queste ultime invece è stato richiesto di collaborare al fine di istituire una Carta dei Servizi che garantisca i consumatori.
L’alternativa sarebbe quella di bussare alla porta dell’Antitrust e di ripetere un duello tra utenti e operatori già visto in Italia, dove secondo gli ultimi dati raccolti da SOS Tariffe ci sarebbero più di 4 milioni di utenti che si servono del proprio smartphone per navigare in mobilità.
Secondo il rapporto, gli operatori dichiarano velocità di connessione che arrivano fino a 7,2 Megabit al secondo ma che difficilmente riescono a garantire : “7,2 Megabit è la velocità potenziale della cella – si legge nel documento ottenuto da Punto Informatico – non quella a cui potrà navigare l’utente. Tale velocità verrà poi ripartita tra tutti gli utenti connessi a quella cella in quel determinato momento”. Stando ai dati raccolti da SOS Tariffe , infine, l’Italia risulterebbe tra le nazioni più care a livello europeo per le connessioni in mobilità.
Giorgio Pontico